La storia del secondo “errore” sulla targa di Ciampi a Roma

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-06-04

In molti si stanno lamentando per le date riportate al fianco della carica ricoperta dall’ex Presidente della Repubblica

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Quando il fuoco delle polemiche sembrava essersi spento (lasciando dietro di sé una figuraccia che ha valicato i confini del Grande Raccordo Anulare), ecco arrivare un nuovo tormentone sulla targa Ciampi installata a Roma sul lungotevere Aventino. Il vero scandalo, però, fu nel giorno della presentazione con lo svelamento mancato (e rinviato) per l’errore nel nome dell’ex Presidente della Repubblica (Azelio anziché Azeglio). Ora, sui social, si è scatenata una nuova “protesta” contro l’amministrazione capitolina per via delle date inserite nella parentesi.

Targa Ciampi, c’è un altro errore nella scritta sulla lastra di marmo?

Come sottolinea Marco Bentivogli, in effetti, le due date inserite nella parentesi sembrano poter alludere alla durata del mandato di Carlo Azeglio Ciampi al Campidoglio. Una mozione sostenuta da molti altri che sui social – facendo un ironico riferimento al marmista di Velletri, ultimi capitolo dello scaricabarile fatto dal Campidoglio e dall’amministrazione capitolina -, perché effettivamente sembra essere un altro errore. Ma questo è vero in parte.

Occorre, infatti, sottolineare la tendenza che da alcuni anni (e non parliamo solamente di Roma) si è diffusa nella gestione delle targhe per la toponomastica cittadina. E gli esempi vengono forniti proprio da alcuni utenti social che – rispondendo a questa accusa di secondo errore – hanno pubblicato immagini di targhe che hanno lo stesso formato della targa Ciampi installata a Roma.

Targa Ciampi

Targa Ciampi Targa Ciampi

Quattro esempi di similitudine con la targa Ciampi che mostrano un formato standard per quel che riguarda la datazione (nascita-morte) e il ruolo ricoperto (o il lavoro fatto). Certamente, forse, parlando della prima carica dello Stato si poteva cercare un formato differente (proprio per il ruolo di Capo dello Stato). Senza ombra di dubbio, uniformarsi a un sistema di classificazione di questo tipo può essere considerato sbagliato (l’abitudine non è mai una giustificazione). Ma, in questo caso, parlare di altro errore per quella targa sembra essere un po’ esagerato. La gaffe principale è stata una e la figuraccia è stata epocale e rimarrà nella storia. Ora non serve andare a fare ulteriore dietrologia.

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