Vincenzo Bianconi e la “merda” dei soldi della ricostruzione per i suoi hotel

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-09

La Lega e Salvini hanno scoperto un presunto conflitto d’interessi del candidato di PD e M5S alle regionali del 27 ottobre in Umbria. Ma la storia merita di essere raccontata tutta: così si scopre che Bianconi è “colpevole” di aver presentato richiesta per ottenere i finanziamenti per ricostruire i suoi alberghi danneggiati dal terremoto. È un reato? A meno di non voler sostenere che un terremotato non può correre per la presidenza della regione, la risposta è no

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Vincenzo Bianconi è il candidato di PD e M5S alla presidenza della Regione Umbria alle elezioni del 27 ottobre. Oggi il Corriere dell’Umbria ha rivelato che Bianconi, imprenditore del settore alberghiero e già presidente di Federalberghi, avrebbe incassato quasi sei milioni di euro di fondi per la ricostruzione post terremoto di due dei suoi alberghi. La notizia ovviamente è stata subito rilanciata da Matteo Salvini che ha fatto un tweet dove denuncia che Bianconi avrebbe incassato «più di 8 milioni di fondi pubblici per ristrutturare hotel e rifornire le mense dei moduli abitativi post-terremoto».

Perché la Lega attacca Vincenzo Bianconi

In un post pubblicato su Facebook Bianconi ha risposto alle accuse (per altro non esiste al momento alcuna inchiesta o indagine della magistratura) dichiarando che «è vergognoso usare il dramma del terremoto per fare campagna elettorale» e parlando di macchina del fango messa in moto contro di lui. Il candidato PD/M5S spiega che lo si accusa «di un “crimine” terribile: aver cercato di non mettere in mezzo alla strada oltre 90 famiglie di lavoratori collegati alla nostra azienda da sempre una delle colonne dell’economia della Valnerina».

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Ma è bene precisare qualcosa che solo leggendo l’articolo del Corriere dell’Umbria si scopre. Ovvero innanzitutto che i soldi per la ricostruzione sono sei milioni di euro, ai quali vanno aggiunti due milioni di mezzo per gare (fino a prova contraria regolari) per l’affidamento dei servizi mensa nei moduli abitativi. Ma c’è un aspetto ancora più interessante. Perché il Corriere dell’Umbria scrive che «su 27 attività ricettive rimaste in piedi a Norcia dopo il sisma del 2016 (prima erano 69), solo tre hotel hanno chiesto e ottenuto i permessi». Di questi tre alberghi due sono di proprietà di Bianconi.

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I soldi quindi sarebbero andati “solo” agli hotel di Bianconi per una ragione abbastanza semplice: al momento è l’unico (assieme ai proprietari di un’altra struttura) che ha chiesto i permessi per ricostruire e quindi ha potuto accedere ai fondi. Ha sbagliato Bianconi a farlo? Oppure ha sbagliato a candidarsi in quanto titolare di un’attività commerciale? Sicuramente voler ricostruire il proprio albergo (ma vale per qualsiasi struttura) dopo il terremoto non è un reato.

Quello che la Lega non dice sulla sua candidata in Umbria

A cosa serve quindi la polemica sugli affari – fino a prova contraria legittimi – di Bianconi? Forse per nascondere la notizia del buco di bilancio lasciato dalla candidata della Lega Donatella Tesei a Montefalco? Nei giorni scorsi la Tesei, che oltre ad essere senatrice è stata sindaco del comune umbro dal 2009 al 2019, ha sostenuto che il disavanzo della sua amministrazione ammonta a 320 mila euro. Secondo le opposizioni invece sarebbe, carte alla mano, «di ben 1.617.672,16 euro». Nella lettera inviata ad Umbria24 il gruppo consiliare Siamo Montefalco ricorda anche che la Corte dei Conti di Perugia è intervenuta su «entrate fittizie per un milione e mezzo» nella gestione del 2014 che sarebbero stati messi a bilancio «per fingere che fosse in equilibrio». Ed è proprio in quegli anni, continua l’opposizione, che si sarebbe generato il grosso del disavanzo del comune governato dalla Tesei.

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I leghisti, come ad esempio il sindaco di Terni, Leonardo Latini che invita a riflettere sulla notizia riferita dal Corriere dell’Umbira: «credo ci siano motivi di riflessione da parte delle persone che vorrebbero il cambiamento nella nostra regione e invece si accorgono che in effetti ci sono delle ‘distorsioni’ non solo a livello sanitario, ma anche in altri ambiti». Secondo Latini «la situazione che si è venuta a creare, il sospetto o l’intravvedere disparità di trattamento tra soggetti non farà certo bene alla popolazione colpita dal terremoto e che ancora si trova purtroppo in condizioni precarie».

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C’è poi una seconda chiave di lettura. Quella che punta il dito contro la proprietà del Corriere dell’Umbria che nel 2013 è passato sotto il controllo della famiglia Angelucci tramite la finanziaria Tosinvest attiva nell’editoria e nella sanità privata e già editrice di Libero e del quotidiano Il Tempo (dal 2016). Fino ad aprile di quest’anno a capo del ramo editoriale di Tosinvest c’era Denis Verdini, ex deputato di Forza Italia e padre della fidanzata di Matteo Salvini.

Bianconi: «questa è campagna elettorale sporca, questa è merda»

«Fino a quindici giorni fa ero un’imprenditore che a Norcia ha perso tre quarti del suo patrimonio. Un patrimonio importante per la Valnerina, costruito non comprando ville alle Hawaii ma reinvestendo ogni singolo euro nella nostra azienda». Inizia così la conferenza stampa di Vincenzo Bianconi in risposta agli attacchi di oggi partiti dopo l’articolo pubblicato sul Corriere dell’Umbria e prontamente ripreso da Matteo Salvini e dalla Lega. Il candidato presidente del M5S e del PD parte dai numeri: «Abbiamo perso tre alberghi, due li dovremo demolire totalmente» complessivamente le strutture alberghiere della famiglia sono passate dall’avere 220 camere a 31 camere dopo il terremoto. «Il danno viene certificato e contabilizzato. Non si parla di fondi si parla di un contributo alla ricostruzione» spiega Bianconi che ricorda come per la ricostruzione un albergo venga dato al massimo 1.400 euro al metro quadro «che è quanto viene dato per la ricostruzione di una civile abitazione».

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Per quanto riguarda la cronologia delle domande Bianconi spiega di aver presentato la documentazione e la domanda per la ricostruzione a gennaio 2018 e di aver ottenuto la determina per il contributo ad aprile del 2019 per una delle due strutture oggetto della contestazione. La certificazione del livello di danno è invece stata ottenuta nell’ottobre del 2018. Per meglio chiarire la questione Bianconi ha poi fornito i numeri: «a Norcia ci sono state 17 strutture ricettive colpite dal terremoto. Di queste otto hanno ricevuto i contributi, hanno terminato i lavori e hanno ottenuto l’agibilità. E non c’è nessuna delle mie strutture tra queste» perché i lavori sono iniziati ad agosto e il 30 settembre. Nel cratere umbro invece «le strutture colpite sono 35, 19 hanno fatto domanda, 11 hanno ricevuto il contributo, hanno terminato i lavori e ottenuto l’agibilità». A meno di non voler stabilire che un terremotato non può correre per la presidenza della Regione Bianconi ritiene di non essere in alcuna situazione di conflitto d’interesse. Riguardo invece l’asta per la mensa nei moduli abitativi, in dieci località diverse, Bianconi ricorda che «nessuno ha avuto il coraggio di partecipare all’asta comunale per la somministrazione di colazioni, pranzi e cene per la quale è stato riconosciuto un costo di 19 euro a persona». Bianconi sottolinea che quando ha deciso di partecipare a quelle gare lo ha fatto per non lasciare per strada le famiglie dei suoi dipendenti perché all’epoca non era ancora scattata la cassa integrazione. Per la stessa ragione la sua azienda ha partecipato al bando per il servizio di trasporto scolastico, «un bando cui non ha partecipato nessun altro e su cui l’azienda ha perso 30 mila euro». Il punto principale del discorso è che già ora tutto l’iter relativo alla concessione dei finanziamenti per la ricostruzione delle strutture alberghiere di Bianconi si è già ultimato in tempi non sospetti.

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