La storia dei ladri che hanno bruciato il ritratto di Salvini in casa di Verdini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-09

Nel dicembre scorso, subito dopo l’accaduto, si era ipotizzato che il furto potesse essere una specie di messaggio a Salvini o allo stesso Verdini. Ma…

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Vi ricordate la storia dei ladri che hanno sfregiato il ritratto di Salvini in casa di Verdini? Nel dicembre scorso, subito dopo l’accaduto, si era ipotizzato che il furto potesse essere una specie di messaggio a Salvini o allo stesso Verdini, ma oggi Il Fatto Quotidiano spiega che secondo chi indaga l’ipotesi è priva di fondamento. Nessun atto intimidatorio nei confronti di Matteo Salvini, ma uno sfregio di due ladri, probabilmente stranieri di etnia rom, che dissentono dalle idee del leader della Lega.

È QUESTA L’IPOTESI emersa dalle indagini del Comando Provinciale di Firenze sull’ef frazione di inizio dicembre nella villa di Pian dei Giullari, sulle colline di Firenze. Al momento, vengono smentite le voci di una possibile minaccia nei confronti di Salvini e di Verdini che negli ultimi mesi ha subito un altro furto nella sua abitazione al Galluzzo. Chi vuole intimidire non mette a soqquadro una casa, è il ragionamento degli investigatori che in queste ore stanno stringendo le maglie sui ladri.

matteo salvini francesca verdini

Tutto risale a inizio dicembre quando il custode di casa Verdini si accorge che qualcuno è entrato nella dépendance di Pian dei Giullari che non è dotata di un impianto d’allarme. I ladri sono entrati nel mini appartamento forzando una finestra, ma non hanno trovato nulla di prezioso: nelle due stanze ci sono solo un letto, qualche mobile e una grossa tv difficilmente trasportabile.

Così, prima di andarsene a mani vuote, sono stati attratti da un quadro che ritrae Francesca Verdini e il compagno Salvini, rappresentato con tinte azzurre e una camicia bianca. I ladri hanno preso un accendino e annerito la faccia dell’ex ministro leghista. Poi, prima di fuggire, si sono anche bevuti del limoncello: le tracce sui due bicchieri sono ora oggetto di analisi per ricavare il dna dei due malfattori.

 

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