La soluzione di Nouriel Roubini per la Grecia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-06-08

«Non bisogna ascoltare quanti, sempre di più, sostengono che l’Europa se la caverà benissimo anche con la Grexit»

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Nouriel Roubini, intervistato oggi da Repubblica in un pezzo a firma di Eugenio Occorsio, propone oggi una sua soluzione per risolvere il problema della liquidità della Grecia e già che c’è risponde a quelli che invocano il Grexit: «Non bisogna ascoltare quanti, sempre di più, sostengono che l’Europa se la caverà benissimo anche con la Grexit, che sarà solo un fastidioso incidente di percorso e poi verrà riassorbito. Non è così: l’intera economia internazionale sarebbe sconvolta da uno sviluppo del genere, e il contagio sarebbe immediato e devastante a partire dalle economie più deboli. Ma proprio per questi effetti pesantissimi, che i governanti europei in cuor loro non si nascondono malgrado le esternazioni di circostanza, mi sono convinto che un accordo sulla Grecia alla fine si farà».

Però per fare un accordo bisogna essere in due, anzi in questo casoin tanti. Tsipras da una parte, l’Europa, la Troika o gruppo di Bruxelles dall’altra…
«La Grecia ha realisticamente bisogno di 30-40 miliardi di nuovi finanziamenti. Lo scenario che ho ricostruito è il seguente. Che si vada a unterzo memorandum, con tutte le intese e le perdite di sovranità connesse, è improponibile. Però i soldi servono per pagare gli interessi e garantire un minimo livello di liquidità che renda possibile la ripresa. In parte li garantirà la Bce attraverso diverse vie. Nel nuovo piano l’Fmi rimane conun ruolo di mera assistenza tecnica senza incrementare la sua posizione. La chiave sta nella Bce. Si parte con un ampliamento degli “Emergency liquidity agreement” (i fondi creati per via elettronica dalla banca centrale greca sotto controllo di Francoforte),e poi come segno insieme di fiducia e di emergenza, si riaprirà il cosiddetto “waiver”, l’eccezione che consente di accettare i titoli greci in garanzia per finanziamenti cash in euro anche se non sono in possesso dell’“investment grade” di Moody’s. Fin qui l’intervento monetario vero e proprio. Il passaggio decisivo, quello dove si intersecano finanza e politica, sarà però l’ingresso della Grecia nel quantitative easing».

cosa succede alla grecia se esce dall'euro
Cosa succede alla Grecia se esce dall’euro (La Repubblica, 10 febbraio 2015)

I tedeschi non lo concederanno mai.
«Invece c’è un modo, ed è quello al quale pensiamo, con Rosa e gli altri tecnici dell’Rge, che si possa lavorare. I membri del Fondo salvastati deliberano un finanziamento-ponte per Atene, al di là di qualsiasi memorandum. Il Fondo emette allora dei bond appositi che vengono acquistati ancora dalla Bce, che può farlo perché è ammesso che compri nell’ambito del Qe anche un certo ammontare di titoli emessi da istituzioni sovranazionali, come la Banca europea degli investimenti o appunto il Fondo salva stati».

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