Il gps nell’auto di Vanessa Zappalà, gli appostamenti e i messaggi social: la follia di Antonio Sciuto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-24

Il padre della 26enne uccisa ad Aci Trezza racconta di come l’ex fidanzato della figlia, Antonio Sciuto, la perseguitasse da tempo

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L’uccisione di Vanessa Zappalà è “l’ennesima sconfitta dello Stato”. A parlare è il signor Carmelo, padre della 26enne uccisa domenica sera ad Aci Trezza. A uccidere la giovane siciliana è stato Antonio Sciuto, l’ex fidanzato che non è mai riuscito ad accettare la fine della loro relazione. Alcuni colpi di pistola, uno alla testa risultato fatale per la donna. Eppure il 38enne era stato più volte denunciato per stalking. Ed è questo che fa crescere la rabbia nella comunità di Trecastagni e nei familiari e amici della vittima.

Vanessa Zappalà, la rabbia del padre della 26enne uccisa ad Aci Trezza

Quello di Carmelo Zappalà è un grido di dolore e un appello alle istituzioni affinché la morte di sua figlia sia da “insegnamento” per il futuro. Ma di storie simili, purtroppo, ne abbiamo viste e raccontate molte. In un’intervista a La Repubblica, il padre della 26enne ha detto:

“Non potrà più fare male a nessuno. Ma quel che mi addolora di più è che tutto questo si sarebbe potuto evitare se lo avessero arrestato dopo la denuncia di Vanessa, che io avevo accompagnato alla stazione dei carabinieri. Perché quel giudice non l’ha convalidato l’arresto, come chiedeva la procura di Catania?”

Perché la figlia aveva denunciato Antonio Sciuto – l’ex fidanzato 38enne che ieri si è tolto la vita, impiccandosi in un casolare di proprietà di uno zio – più volte. La sua era un’ossessione malata di chi non aveva accettato la fine di una relazione durata meno di un anno (dal maggio del 2020 al febbraio del 2021). E, come racconta il padre, l’uomo non si limitava a messaggi e telefonate ma la perseguitava, la insultava arrivando a compiere anche gesti simbolo di una follia irrazionale. Eppure i magistrati decisero di non convalidare l’arresto (neanche i domiciliari) e procedere con un divieto di avvicinamento che, alla luce dei fatti, è stato del tutto inutile.

I segnali sottovalutati

Una volta, racconta Carmelo Zappalà, si era intrufolato nel loro giardino per ascoltare – attraverso un tubo – i discorsi che si facevano in famiglia. Poi piazzò anche un dispositivo di rilevamento Gps nell’auto di Vanessa per controllare i suoi spostamenti. E non sono mancati i confronti tra Antonio Sciuto e il padre della sua ex fidanzata. Alla fine arrivò il divieto di avvicinamento da parte del tribunale che sembrava aver allontanato del tutto le “mire” del 38enne. Fino a domenica sera, quando ad Aci Trezza si è consumata l’ennesima tragedia.

Nella sua denuncia alle autorità, la 26enne aveva raccontato anche episodi di violenza fisica e psicologica subìti nel corso del tempo: “Ci siamo fidanzati nel maggio dell’anno scorso. Sono stati mesi terribili. Una volta, mi prese a calci e pugni in varie parti del corpo e ha distrutto casa. Ho avuto tanta paura. Ma all’epoca non ho avuto il coraggio di denunciare. Poi però l’ho lasciato, il 27 febbraio scorso. Lui continuava a seguirmi, una sera si intrufolò a casa, mi diceva: ‘Vattinni a fare la buttana con i tuoi cugini, tanto sempre appresso ti sto’. Oppure: ‘Divertiti con Tik Tok, che poi mi diverto io’”.

E anche il profilo Facebook di Sciuto – Tony Sciuto – racconta di una personalità instabile. Immagini pubblicate nel 2017 (tre anni prima dell’inizio della relazione con Vanessa Zappalà, come quella di copertina in cui un uomo spara alla testa di una donna, con la scritta “I Love You” sono il simbolo premonitore di un qualcosa che poi, purtroppo, è avvenuto realmente.

E, sempre nel 2017, aveva pubblicato un altra immagine con una citazione di Scarface.

Poi quel messaggio scritto sul muro del casolare in cui si è impiccato: “Vi voglio bene”. Parole indirizzate ai suoi genitori e ai figli avuti da una precedente relazione. Ma nessuna parola di pentimento per Vanessa Zappalà.

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