Attualità
La quinta vittima del Coronavirus a Caselle Landi in Lombardia
neXtQuotidiano 24/02/2020
Si tratta di un adulto di 88 anni di Caselle Landi, in Lombardia. Sono 219 attualmente i contagiati
Sono cinque le vittime in Italia del Coronavirus. Lo ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli sottolineando che la quinta vittima è un adulto di 88 anni di Caselle Landi, in Lombardia. Sono 219 attualmente i contagiati; di questi 99 sono negli ospedali, 23 in terapia intensiva, 91 sono in isolamento domiciliare perché non hanno particolare esigenze di cure da essere ricoverati”.
La quinta vittima del Coronavirus a Caselle Lanne in Lombardia
“Nel nostro paese c’è sicurezza e si può venire tranquillamente”, ha detto il commissario straordinario Angelo Borrelli rispondendo a chi gli chiedeva se ci fossero dei rischi per gli stranieri che vogliono venire in Italia. “Al momento ci sono 167 casi positivi, di questi circa 10 % sono nella situazione più critica e 50% al proprio domicilio perché asintomatici”, ha detto invece l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera all’Aria che tira su La7.
Intanto si registrano anche i primi sciacalli in azione ad ormai tre giorni dall’inizio dell’emergenza Coronavirus in Lombardia. “Abbiamo segnalazioni di sedicenti funzionari ATS o di Croce Rossa che si propongono in autonomia di effettuare visite domiciliari con tamponi per Coronavirus. Smentiamo categoricamente questa procedura: si tratta di probabili truffe”, comunica ad esempio il Comune di Solaro, che si trova nel nord della provincia al confine con quella di Varese. L’amministrazione invita i cittadini “in caso di contatti a segnalare subito alle forze dell’ordine”.
L’emergenza nel lodigiano
Tra infermieri in quarantena e un super afflusso legato alla chiusura dell’ospedale di Codogno, “all’ospedale di Lodi, e in particolare al pronto soccorso, è emergenza e la mole di lavoro è pazzesca, ma teniamo passo”. A raccontarlo all’Ansa è stato Giovanni Tallarida, segretario territoriale di Lodi del sindacato degli infermieri Nursind. “La situazione è molto difficile ma il pronto soccorso regge, grazie a turni doppi e turni a staffetta, ovvero con orario allungato, per coprire, con grande senso di responsabilità, le assenze dovute alla quarantena dei colleghi. Da noi vengono gestiti non solo tutti i sospetti casi di coronavirus di Lodi, ma confluiscono anche i pazienti che dovrebbero andare al pronto soccorso dell’ospedale di Codogno, ancora chiuso. In pratica la mole di lavoro è raddoppiata e il personale diminuito”. Diversi infatti gli infermieri in quarantena domiciliare, a Lodi come in altri ospedali della Lombardia, e che devono utilizzare tutte le precauzioni possibili per non aver contatti con i familiari. “Siamo in contatto con loro – ci racconta Donato Cosi, segretario regionale Nursind Lombardia – e ci raccontano della difficoltà di stare distanti anche dentro casa, da mogli e figli, in alcuni casi anche molto piccoli”. Pur se utilizzano all’interno dell’abitazione i dispositivi di protezione come guanti e mascherina, precisa, “sono comunque molto angosciati dalla possibilità di poter essere infetti e poter trasmettere il virus ai propri cari. A loro va tutta la nostra vicinanza – conclude Cosi – così come a tutti coloro che stanno dando il massimo nei pronto soccorso e nei reparti vanno i nostri complimenti e il nostro ringraziamento”.
EDIT: “Hanno dato una notizia falsa. L’uomo di 88 anni morto in ospedale a Bergamo non è di Caselle Landi, viveva da 60 anni a Codogno. Era nato qui ma era andato via da tantissimi anni, e non sarà neanche seppellito qui in paese”. Il parroco di Caselle Lande, comune del lodigiano subito fuori dalla ‘zona rossa’ isolata, che chiede di rimanere anonimo, smentisce con forza la notizia che stamattina aveva gettato nel panico la sua comunità, 1500 abitanti. “Nessun caso di coronavirus si è registrato qui – precisa all’Adnkronos – tra la mia gente non c’è tanta paura. C’è un’altalena di emozioni, anche legata a quello che si legge sui giornali e sui social. C’è chi minimizza, chi è preoccupato”. In chiesa comunque non va nessuno. “Io suono le campane e celebro la messa senza fedeli – spiega – Come in tutta l’area sono chiuse le scuole, gli uffici e i bar dopo le 18. Per ora il clima è questo. C’è apprensione per i paesi vicini, per amici e conoscenti che ci abitano”.