La propaganda ridicola dell'assessora Meleo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-09-15

Anche il Corriere all’attacco dell’assessora, dei suoi blitz e delle risposte che ancora deve dare

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Anche Sergio Rizzo sul Corriere Roma oggi va all’attacco dell’assessora ai trasporti del comune di Roma Linda Meleo e dei suoi blitz all’ATAC. L’autore (con Gian Antonio Stella) del libro La Casta, già bibbia di tutti i grillini, fa infatti notare alla Meleo che il fatto che la manutenzione regolare dei bus dell’azienda municipalizzata dei trasporti manchi si sapeva già. E che un’assessora dovrebbe smetterla con la propaganda e magari, se le avanza tempo, lavorare.

Se appurare questo era l’obiettivo, allora i blitz nei depositi dell’Atac sono inutili. Quale fosse la situazione l’aveva già illustrato all’assessore il direttore generale che se n’è andato, Marco Rettighieri. I dati, con tanto di escalation dei guasti in momenti topici, come i giorni successivi alle elezioni, sono sempre stati disponibili. Se invece lo scopo, come pare evidente dal risalto mediatico, era quello di dimostrare che il servizio non funziona per colpa di chi c’era prima, allora sarebbe meglio chiamare la cosa con il nome giusto: propaganda. Attività in cui la giunta guidata da una sindaca a cui fotografi e giornalisti«fanno pena» si mostra così competente da non esitare a usare metodi tipici dell’opposizione.

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Enrico Stefàno con Linda Meleo

Poi Rizzo ricorda anche che la Meleo deve ancora spiegare perché i 18 milioni promessi dalla giunta Raggi all’Atac sono ancora bloccati:

Perché di sicuro è più efficace un blitz nei depositi dell’Atac che dover spiegare come mai i 18 milioni promessi dalla giunta Raggi per quelle manutenzioni sono ancora bloccati. Senza dire della sorpresa che suscita, alla luce delle accuse mosse alla gestione passata, questa frase del consigliere comunale grillino Enrico Stefàno, presidente della commissione Trasporti, che adesso si rammarica delle dimissioni di Rettighieri: «Sia io che l’assessore ai trasporti ci siamo rimasti un po’ male dal punto di vista umano perché avevamo instaurato un buon rapporto con lui». Lacrime di coccodrillo, le definirebbe qualcuno. Se però le lacrime ci fossero…

Noi, che di tutto questo qui abbiamo già parlato, ricordiamo anche che la Meleo sta accuratamente evitando da settimane di fornire una spiegazione pure sulla presunta ingerenza di cui è stata accusata per lo spostamento di un dipendente che è anche attivista grillino e cugino di un’assessora M5S. Un’ingerenza sulla quale la Meleo non ha ancora dato una risposta pubblica, anche qui in piena linea con la filosofia della trasparenza quanno ce pare della giunta Raggi.

Leggi sull’argomento: Cosa c’è dietro il blitz di Linda Meleo alla rimessa ATAC di Portonaccio

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