Piccola Lourdes di Brandizzo: nessun tampone per la Rsa in Piemonte e il 90% di positivi al Covid-19

di Antonio Murzio

Pubblicato il 2020-04-15

Settantadue positivi su 80 ospiti, un terzo del personale contagiato. E il sindaco del paese, che è anche medico, accusa la Regione Piemonte di avere ritardato i tamponi

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Settantadue positivi al coronavirus su un totale di 80 ospiti della struttura: sono i numeri della Rsa “Piccola Lourdes” di Brandizzo, nel Torinese, dove anche un terzo dei dipendenti  è stato contagiato. Diciotto degli ospiti positivi al Covid-19 sono ricoverati in ospedale nella vicina Chivasso, mentre in 62 sono ancora nella Rsa, dove sono stati separati dai pochi negativi che restano.

Il sindaco di Brandizzo Paolo Bodoni
Il sindaco di Brandizzo Paolo Bodoni

Piccola Lourdes di Brandizzo: nessun tampone per la Rsa in Piemonte e il 90% di positivi al Covid-19

 

Il primo a lanciare l’allarme è stato il sindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni, di professione medico, che è tra i sanitari che prestano servizio alla “Piccola Lourdes” e che ha espresso tutta la sua rabbia in un post su Facebook del 7 aprile scorso, nel quale ha ricostruito le tappe dell’espandersi del contagio, ma soprattutto ha lanciato accuse, pur senza mai citarlo, a chi avrebbe dovuto garantire che potessero essere effettuati i tamponi. Il riferimento, neppure troppo velato, è al governatore del Piemonte, Alberto Cirio, che sulla Stampa di ieri ha dichiarato:

Non mi pare si possa parlare di un “caso” Piemonte, perché da quanto ci dicono medici e scienziati sul nostro territorio il contagio è condizionato cronologicamente e geograficamente dalla vicinanza con la Lombardia. Non è un caso che province di confine come Alessandria abbiano dei dati sull’epidemia molto più alti rispetto ad altre aree più ad Ovest.

Brandizzo è nell’immediata cintura torinese e, quindi, molto distante dalla Lombardia, ma la situazione di allarme, e di impotenza, è stata ben descritta dal sindaco Bodoni nel suo post su Facebook:

Tutto comincia sabato 28 marzo quando la coordinatrice della RSA, mentre era in ferie, mi comunica che “non sta bene”…  febbricola… al tempo del Coronavirus???

Fino ad allora la situazione da noi era tranquilla……..gli anziani, purtroppo, non hanno più potuto incontrare i propri cari da inizio marzo, i DPI (per fortuna, con grande sforzo economico della struttura) c’erano e il controllo clinico sui pazienti era ottimo.

Già alla domenica 29 ho cominciato a chiedere la possibilità di fare un tampone a questa infermiera (cioè, fare diagnosi), per poter capire come andare avanti nell’assistenza ai nostri ospiti.

Magari non c’entra niente il covid-19……oramai siamo assaliti dal covid pensiero!!!

Ecco che però lunedì comincia a stare male anche un’operatrice sociosanitaria, il giorno dopo un’altra, e via via nella settimana perdiamo pezzi operativi. Nel frattempo, il sottoscritto e il collaboratore di direzione della struttura continuano a chiedere via mail, whatsapp e telefono i tamponi…….arriveranno, arriveranno, non vi preoccupate……siete ancora un’isola felice!

Eravamo fiduciosi, eravamo fiduciosi, senza alcuna diagnosi, che i nostri anziani rimanessero indenni……..fiducia, questa parola importante…….fiducia nelle Istituzioni e nella nostra sanità. Siamo arrivati a sabato 4 aprile, quando un anziano stava troppo male per restare in struttura……..su mio consiglio e con opera meritoria del personale infermieristico si invia in DEA………il giorno dopo……….COVID +!!!

Per poi mettere sale sulla ferita ancora più grande, la mancanza di tamponi:

E i tamponi?……..arrivano, arrivano, siete in lista d’attesa, siete un’isola felice, veniva detto a me e alla direzione della struttura.

Nelle 48 ore, in un susseguirsi di situazioni sanitarie precarie, venivano ricoverati ancora tre ospiti e altri 5/6 operatori a casa perchè con sintomi sospetti………..la struttura avvisa i parenti degli ospiti che la situazione è giustamente sotto controllo (tra pochissimo arrivavano i tamponi e quindi la diagnosi) e un caso accertato e alcune febbri era la situazione in struttura.

In poche ore (oggi) la situazione è precipitata………..un altro ospite inviato in P.S. risultato positivo al covid-19, un operatore con polmonite ricoverato in ospedale con tampone (in ospedale!) positivo.

Molti parenti dei nostri ospiti, molte persone abitanti della nostra Brandizzo chiedono notizie, chiedono come sia potuto succedere………ma i tamponi, sindaco, non si fanno?

Il sindaco-medico è esasperato e non lo nasconde:

Sono molto incazzato, termine più che corretto nel definire la mia condizione d’animo attuale, incazzato nel vedere la nostra perla assistenziale lasciata sola a sè stessa, incazzato perchè mi sono sentito solo e preso in giro da un sistema sanitario latitante, lento, assolutamente insufficiente ad affrontare una pandemia, vero, un’emergenza mondiale, ma che a Brandizzo poteva fare meno danni di quelli che farà.

Speranzosi, rimaniamo speranzosi che la carica virale si attenui, che le particolari attenzioni (sempre avute) nell’assistere i nostri anziani possano vincere la malattia.

Annuncia poi che si rivolgerà all’autorità giudiziaria quando la tempesta della pandemia sarà passata

Tutto ciò sarà sufficiente? Non lo so, quello che so è che i tamponi (la diagnosi) FORSE domani si faranno…….e se così non sarà, il sindaco sarà pronto a chiedere lumi e aiuto all’autorità giudiziaria, perchè si possa fare luce su una vicenda che ha dell’incredibile e che ha screditato tutta la struttura e i suoi operatori.

Eh sì, perchè di chi è la colpa se i tamponi (la diagnosi) non sono stati fatti o se fatti, in netto ritardo?

Vedremo…

Intanto il Piemonte è la terza regione italiana per numero di contagi dopo la Lombardia e l’Emilia-Romagna. e la provincia di Torino, con  oltre 8mila contagiati, è la quarta più colpita d’Italia dopo Milano, Bergamo e Brescia. Nelle case di riposo si contano poi quasi cinquecento morti e almeno cinque inchieste delle procure di diverse province che indagano per epidemia colposa.

Il governatore del Piemonte Cirio
Il governatore del Piemonte Cirio

Cirio addossa la colpa a chi lo ha preceduto in passato alla guida della Regione, ma è l’oggi che conta in questo momento. E l’oggi è fatto del disperato appello del primo cittadino di Brandizzo che chiede aiuto ai poco più di ottomila suoi concittadino per fra fronte all’emergenza “con donazioni e azioni concrete. Servono pannoloni, traverse, calzari, saturimetri, camici monouso, cuffiette monouso, mascherine chirurgiche o ffp2 o ffp3, visiere e tute professionali monouso, gel igienizzante mani. Tutto materiale che sarà ancor più necessario adesso per assistere al meglio gli ospiti, al tempo del Coronavirus. Chi può, chi vuole, faccia riferimento a Flora telefonando al numero 338.9744066 per accordarsi su cosa serve e come portare in struttura. Oppure fate riferimento a me», l’ultimo suo appello.

Leggi anche: La GdF in Regione Lombardia per i documenti sulle RSA

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