La ‘ndrangheta, l’operazione Rinascita-Scott e il grado di Trequartino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-19

Il pizzino riporta la formula di promozione degli affiliati al grado di “Trequartino”, uno dei più elevati nella gerarchia ‘ndranghetista. Il grado è inferiore solo a quelli di Padrino e Quartino. Gasparre, Melchiorre e baldassarre, nella mitologia mafiosa, sono i tre cavalieri che diedero vita alle tre mafie italiane, mafia, camorra e ‘ndrangheta

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“A nome di Gasparre-Melchiorre-Baldassarre e Carlo Magno, che con il suo cavallo bianco distrussero tutti i nemici del suo regno, con una mantella sulle spalle e a fianco uno spadino formarono il Trequartino”. Questo il testo del “pizzino”, scritto con un italiano approssimativo, sequestrato dagli inquirenti a uno dei 334 destinatari di misure cautelari nell’ambito dell’operazione “Rinascita-Scott”. Il pizzino riporta la formula di promozione degli affiliati al grado di “Trequartino”, uno dei più elevati nella gerarchia ‘ndranghetista. Il grado, infatti, è inferiore solo a quelli di Padrino e Quartino. Gasparre, Melchiorre e baldassarre, nella mitologia mafiosa, sono i tre cavalieri che diedero vita alle tre mafie italiane, mafia, camorra e ‘ndrangheta.

La ‘ndrangheta, l’operazione Rinascita-Scott e il grado di Trequartino

I gradi della ‘ndrangheta sono padrino, quartino, trequartino, vangelo, santista, sgarrista, camorrista, picciotto d’onore, giovane d’onore. L’operazione del Ros ‘Rinascita-Scott‘ contro la ‘ndrangheta – che ha portato all’arresto di 334 persone – ha consentito agli investigatori di individuare e disarticolare gli assetti della ‘ndrangheta vibonese in tutto il territorio nazionale e all’estero facendo emergere “cointeressenze con personaggi del mondo politico e dell’imprenditoria”. Sono stati inoltre documentati, spiega un comunicato, summit di ‘ndrangheta finalizzati al conferimento di promozioni e di incarichi ad affiliati di rilievo, acquisendo elementi di riscontro in merito alle formule rituali utilizzate dai sodali

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La cerimonia di conferimento della Santa è il più alto grado di affiliazione ‘ndranghetista. In precedenza era stata solo raccontata da pentiti. I riti della ‘ndrangheta servono per essere ammessi nella società segreta che guida l’organizzazione criminale. I riti sono tramandati oralmente oppure attraverso dei codici, che sono stati rinvenuti negli anni dalle forze dell’ordine e sono serviti a studiare la struttura dell’associazione mafiosa calabrese. A volte sono state ritrovate registrazioni-ricordo su musicassetta o su compact disc.

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Le formule della cerimonia di affiliazione della ‘ndrangheta (da en.wikipedia.org)

Chi riceve la carica della Santa andava incontro a seri pericoli in caso di grave trascuranza o tradimento. «Dovete essere voi a sapere che avete fatto la trascuranza. Vi giudicate voi quale strada dovete seguire», dicono i Santisti in alcune intercettazioni e la punizione poteva arrivare alla costrizione al suicidio. Il giuramento avviene infatti davanti a un’arma o a una pastiglia, che simboleggia la possibilità di darsi la morte per non tradire la Santa e la ‘ndrangheta: «Quanti colpi ha in canna, ne dovete riservare sempre uno!», spiegano, intercettati, i boss. Altrimenti c’è sempre «una pastiglia di cianuro» oppure «vi buttate dalla montagna». Il filmato in cui i carabinieri del Ros hanno ripreso la cerimonia di conferimento della Santa, il più alto grado ‘ndranghetista, nell’operazione che ha portato a 40 arresti su richiesta della Dda di Milano, è stato realizzato durante un incontro conviviale (una delle cosiddette “mangiate”) a cui partecipavano esponenti di tre gruppi mafiosi: il Locale di ‘Ndrangheta di Calolziocorte (Lecco), il Locale di Cermenate e quello di Fino Mornasco (Como). Era durante queste “mangiate” che si stabilivano gli aspetti operativi e venivano conferite le cariche. In una di questa mangiate era presente anche un minorenne, parente di uno degli affiliati.

'Ndrangheta, la struttura interna (foto da: Wikipedia)
‘Ndrangheta, la struttura interna (foto da: Wikipedia)

Il battesimo di ‘ndrangheta

Spiega Calabriaonline:

Le cosche mafiose calabresi sono ampiamente conosciute con il vocabolo ‘ndrina, un’organizzazione locale autonoma, talvolta distinta in maggiore e minore se nello stesso comune ve ne sono due di differente importanza. Anche ‘ndrina è di origine grecanica ed indica la persona dalla schiena dritta, che non si piega mai. Un codice, talvolta scritto e spesso tramandato oralmente, regola la gerarchia degli appartenenti.
Uno degli statuti sequestrati, delle forze dell’ordine, nel corso di una irruzione compiuta durante un rituale d’affiliazione cosi recita:
“L’albero della scienza è diviso in sei parti: il fusto rappresenta il capo di società; il rifusto il contabile e il mastro di giornata; i rami i camorristi di sangue e di sgarro; i ramoscelli i picciotti o puntaioli; i fiori rappresentano i giovani d’onore; le foglie rappresentano la carogne e i traditori della ‘ndrangheta che finiscono per marcire ai piedi dell’albero della scienza”.
L’entrata nella ‘ndrina viene chiamata battesimo, non solo per la solennità dell’avvenimento, ma anche perché chi appartiene all’onorata società vi appartiene per sempre; lo ‘ndranghetista è infatti un uomo con due battesimi.

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La struttura della ‘ndrangheta (en.wikipedia.org)

Lia Staropoli, nel suo libro La Santa Setta, così descrive l’importanza dei rituali e delle cerimonie di affiliazione:

Ammantando di sacralità i propri rituali esoterici, tipici di ogni setta occulta, aumenta l’adesione psicologica e il senso di appartenenza dei propri affiliati ad un principio di coesione che si basa su un sistema criminale. Mentre la partecipazione degli ‘ndranghetisti a pubbliche funzioni religiose è una delle più efficaci forme di propaganda e di legittimazione del proprio potere nelle zone in cui prevale una cultura cattolica.
Dopo le recenti operazioni di polizia chi credeva superate queste esoteriche cerimonie di affiliazione da parte della ‘ndrangheta deve ricredersi, intercettazioni telefoniche e ambientali confermano ancora una volta che l’organizzazione criminale non rinuncia alle proprie tradizioni “sacre” e alla “benedizione” dei propri santi.
Le cerimonie di affiliazione nel corso della vita degli ‘ndranghetisti si intersecano con i sacramenti della Chiesa, battesimi, cresime e matrimoni sanciscono alleanze e rafforzano consorterie mafiose, mentre la partecipazione alle funzioni religiose pubbliche consente ai capimafia di ostentare il proprio potere mafioso in un contesto di religiosità che legittima e consacra.

 

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Le cosche nel mondo (da Blogosfere.it)

Leggi anche: Operazione Rinascita-Scott, gli arresti nel PD

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