“La mia bimba immunodepressa senza scuola per i no-vax”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-17

La bimba, 11 anni, ha iniziato l’anno tra mille difficoltà. Ma in inverno dovrà abbandonare

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Repubblica Bologna racconta oggi in un articolo a firma di Caterina Giusberti la storia di Barbara, che ha una figlia di undici anni  in lista d’attesa per un trapianto bipolmonare. Un esito dovuto molto probabilmente a un farmaco chemioterapico usato per salvarle la vita quando aveva solo quindici mesi. La sua bambina è immunodepressa, lotta per avere una vita il più possibile normale e ieri ha cominciato la prima media «tutta emozionata». Una banale influenza per lei potrebbe avere conseguenze letali eppure se i suoi genitori non avessero scritto, telefonato e puntato i piedi sarebbe finita in classe con due bambini non vaccinati.

«Alla fine le hanno cambiato classe, ma a scuola ci hanno trattato come se fossimo un peso – denuncia la madre – e siamo stati noi a doverci adeguare. Evidentemente il diritto alla salute e allo studio vale soltanto per qualcuno. Quello che non capiamo sono i termini di una legge dello Stato che penalizza chi la rispetta e tutela chi non lo fa». La scuola era informata fin da marzo delle difficili condizioni di salute della bambina. «Avevo spiegato tutta la situazione alla direttrice scolastica precedente – spiega Barbara – ma poi è cambiata ed evidentemente non c’è stato alcun passaggio di consegne. Avevo chiesto che mia figlia potesse andare in classe con alcune sue amiche, che avesse gli stessi insegnanti di suo fratello maggiore, perché li conoscevamo già, e ovviamente che tutti i suoi compagni fossero vaccinati».

fossombrone bimba immunodepressa

A fine agosto la brutta sorpresa: «Abbiamo scoperto che in classe con lei c’erano due bambini no-vax – racconta Barbara – e questo soltanto perché per fortuna li conoscevamo dalle elementari, altrimenti non ci avrebbe informato nessuno. Ho chiesto subito un appuntamento alla scuola e me l’hanno fissato per il 20 settembre, a lezioni iniziate. Al telefono, la prima proposta è stata spostarla in una classe senza nessuna delle sue amiche, con un orario su sei giorni invece che cinque e una lingua straniera diversa da quella che avevamo scelto. Poi finalmente mi hanno proposto una classe dove non avremo i professori che volevamo, ma almeno due sue amiche saranno con lei e tutti i compagni saranno vaccinati».

Ma anche così, molto probabilmente la bimba non potrà fare più di poche settimane di scuola: finché regge la bella stagione e si possono tenere le finestre aperte. Dopo i rischi sarebbero troppi.

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