La meningite nell’area del Basso Sebino Bergamasco

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-06

Medici, farmacisti e sindaci continuano a ripetere che non è così facile ammalarsi di meningite, e che si deve stare a stretto contatto a lungo con la persona contagiata. Intanto molti hanno proposto di andare a caccia del portatore sano possibile responsabile del contagio effettuando tamponi salivari a campione

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Sabato pomeriggio un ragazzo di 16 anni di Castelli Calepio,nella Bergamasca, è stato ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in terapia intensiva per sepsi da meningococco. Venerdì era morta agli Spedali Civili di Brescia Marzia Colosio, 48 anni, che lavorava a Castelli Calepio. Il 3 dicembre era deceduta Veronica Cadei, 19 anni, di Villongo (Bergamo). Una studentessa di 16 anni e un uomo di 36, anche loro di Villongo, erano finiti in ospedale per lo stesso motivo, ma ora sono fuori pericolo. La zona è sempre la stessa: l’area del Basso Sebino bergamasco.

La meningite nell’area del Basso Sebino Bergamasco

Le scuole di quei territori dopodomani riapriranno regolarmente. I sindaci che hanno preso parte al vertice hanno fatto sapere ai cittadini con una nota che “sarà attivata una campagna vaccinale all’interno delle scuole superiori frequentate dagli studenti del Basso Sebino”. I sindaci del territorio hanno annunciato “l’apertura di ambulatori straordinari e ordinari nei singoli paesi”. Martedì Ats Bergamo comunicherà le modalità di accesso. “Sia Ats sia Regione Lombardia hanno agito con grande tempestività in questa situazione così anomala – ha rilevato l’assessore regionale Giulio Gallera -. Non è anomalo però il numero delle persone che si sono ammalate di meningite, nell’ordine ogni anno sono dai 30 ai 40 casi in Lombardia, ma il fatto che sono circoscritti nella stessa area geografica. Per questo motivo, coloro che correvano un rischio reale perché sono stati esposti a chi era malato, è stato subito profilassato con l’antibiotico.

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La meningite (Il Messaggero, 17 gennaio 2019)

Spiega oggi il Corriere che medici, farmacisti e sindaci continuano a ripetere che non è così facile ammalarsi di meningite, e che si deve stare a stretto contatto a lungo con la persona contagiata. Intanto molti hanno proposto di andare a caccia del portatore sano possibile responsabile del contagio effettuando tamponi salivari a campione. L’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera ha respinto l’idea: «Non ci sono untori: in Lombardia ci sono 30-40 casi l’anno di meningite e i portatori sani sono il 5-10% della popolazione». Ma ieri, dopo l’ultimo allarme, i sindaci hanno chiesto una riunione d’emergenza, tre ore in prefettura per decidere cosa fare. Da domani gli ambulatori straordinari saliranno a cinque e aumenteranno ancora, si chiederà ai medici del lavoro di vaccinare i dipendenti delle grosse aziende ed è già portato da 50 a 60 anni il limite massimo di età.

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