La Lombardia modifica (di nuovo) le linee guida per i ristoranti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-30

Il 20 maggio scorso avevamo raccontato che la Lombardia aveva modificato le linee guida del governo sui ristoranti cancellando la possibilità di stare vicini a meno di un metro per i familiari. E ottenendo così l’effetto comico di vedere persone che vivono nella stessa casa, dormono nello stesso letto ma se vanno a cena fuori devono stare a un metro di distanza. Ora le ha cambiate di nuovo

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Vi ricordate? Il 20 maggio scorso avevamo raccontato che la Lombardia aveva modificato le linee guida del governo sui ristoranti cancellando la possibilità di stare vicini a meno di un metro per i familiari. E ottenendo così l’effetto comico di vedere persone che vivono nella stessa casa, dormono nello stesso letto ma se vanno a cena fuori devono stare a un metro di distanza. A far notare la questione, tra gli altri, anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori a cui il presidente della Regione Attilio Fontana aveva risposto gridando all’attacco politico.

La Lombardia modifica (di nuovo) le linee guida per i ristoranti

La novità è che la Regione Lombardia è tornata sui suoi passi e ha modificato di nuovo le linee guida togliendo la regola del metro di distanza che valeva anche per i familiari.

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Adesso sono improvvisamente comparsi i “membri dello stesso gruppo familiare o dei conviventi” oltre ai bambini di sei anni e le persone disabili. Prima il codice recitava:

● I tavoli devono essere disposti in modo che le sedute garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro di separazione tra i clienti, salvo i casi di accompagnamento di minori di sei anni o persone non autosufficienti; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.

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E adesso è cambiato così:

● I tavoli devono essere disposti in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti, ad eccezione dei membri dello stesso gruppo familiare o dei conviventi e del caso di accompagnamento di minori di anni sei o di persone disabili di cui all’art. 9 comma 2 del D.P.C.M. del 17 maggio 2020. Detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.

Non male per un “pretestuoso attacco politico”, no?

Leggi anche: Le linee guida della Lombardia che costringono i familiari a stare a un metro di distanza al ristorante

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