La lite tra Andrea Mazzillo e Virginia Raggi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-08-01

L’assessore rimette la delega al Patrimonio annunciando l’arrivo di due nuovi assessori e accusando la sindaca di non averlo nemmeno avvertito di aver preso la decisione. In Campidoglio c’è maretta da un po’ nei confronti dell’assessore al bilancio. Andiamo verso la rottura?

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Andrea Mazzillo, assessore al bilancio della Giunta Raggi, ha rimesso la delega al patrimonio alla sindaca Virginia Raggi perché è imminente la nomina di nuovi assessori con delega a patrimonio e politiche abitative e ai lavori pubblici. Ma lo ha fatto con polemica, attraverso una nota pubblicata dalle agenzie di stampa: “Preso atto, attraverso una chat, dell’intenzione della Sindaca di nominare altri due assessori: uno con delega ai lavori pubblici e l’altro con delega al Patrimonio e Politiche Abitative, senza avermi neanche informato, ho ritenuto di rimettere formalmente a disposizione della Sindaca le deleghe attinenti al Patrimonio già da stamattina”.

La lite tra Andrea Mazzillo e Virginia Raggi

L’assessore invia una nota scritta di suo pugno nella quale fa sapere di aver saputo “attraverso una chat” della decisione della sindaca, che accusa di non averlo informato. La sua chiusura poi è ancora più significativa: “Ciò mi consentirà di concentrarmi, con ancor maggior impegno, per garantire la solidità dei conti di Roma Capitale in modo così da consentire alla Sindaca di attuare il programma di rilancio della Capitale”. Mazzillo fa sapere che ha ancora intenzione di essere l’assessore al bilancio della giunta Raggi anche se la mossa del comunicato sembrava l’anticamera delle dimissioni.
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Dell’addio a una delle deleghe (quella alle politiche abitative) da parte di Mazzillo aveva parlato Sergio Rizzo su Repubblica domenica scorsa nell’articolo in cui si raccontava di una fronda anti-Raggi e dello scontento dello stesso assessore al bilancio, critico nei confronti delle presunte ingerenze di Grillo e Casaleggio nelle nomine ai vertici delle partecipate romane. Da oggi quindi Mazzillo si occuperà solo del bilancio. Sempre che ci riesca.

Andrea Mazzillo, assessore in bilico

La sua posizione infatti appare sempre più in bilico. Anche in colloqui successivi con Messaggero e Sole 24 Ore l’assessore aveva ribadito le critiche alla gestione delle nomine, chiedendo più “romanità”, ovvero manager che vivessero in città invece che “pendolari”, come erano stati chiamati gli altri (e il riferimento pare fosse anche alla nomina di Bruno Rota). Mazzillo poi aveva pubblicato uno status sulla sua pagina Facebook nel quale sembrava ritrattare più o meno molto di quello che aveva fatto trapelare nei giorni precedenti e l’incidente sembrava chiuso lì.

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Andrea Mazzillo su Facebook

Invece è scoppiato di nuovo dopo la nomina di Simioni in ATAC, che deve essere stata vista dall’assessore come la rappresentazione plastica dell’esatto contrario di ciò che lui aveva suggerito. La nomina veniva raccontata dai giornali come quella preferita dell’assessore Massimo Colomban, che ha annunciato il suo addio al Campidoglio per settembre ma che aveva tra i suoi collaboratori proprio Simioni. Ora però è evidente che la polemica con la sindaca esiste: sarà difficile dare un’altra volta la colpa ai giornali.

La romanità di Andrea Mazzillo

Mazzillo con il Messaggero aveva parlato della “romanità”, intesa come necessità di vivere in città per poter fare il manager di un’azienda romana: «Vorrei fare un ragionamento sulla romanità. Voglio dire: prendiamo persone che si conoscono e che conoscono i problemi di Roma. Perché è una città sui generis, non è come le altre. Qui a Roma, servono persone che conoscano bene la sua complessità. Poi se vengono da fuori, va bene lo stesso, ma devono conoscerla bene questa città». È anche una questione di impegno e di tempi. «Io faccio l’assessore al Bilancio, non ho mai un giorno libero. Perché i problemi sono all’ordine del giorno, pure il sabato e la domenica. Secondo me se tu vuoi fare bene il tuo lavoro per questa città, ci devi vivere a Roma. Non è che puoi fare il pendolare, stare tre quattro giorni e poi tornare a casa».

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Le inchieste su ATAC

Insomma, la nomina di Simioni doveva essere il segnale che Mazzillo – e quelli che la pensavano come lui – dovevano considerare terminata la loro epoca in Campidoglio, scriveva oggi Sergio Rizzo su Repubblica. Evidentemente il segnale non è stato percepito così da Mazzillo che ha aperto una polemica politica con la restituzione delle deleghe, lasciando però poi di nuovo la palla a Virginia Raggi. Ora sarà la sindaca a decidere: vuole cacciare Mazzillo o tenersi le polemica?

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