La lettera della BCE su Banca Popolare di Vicenza e Bail In

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-03-02

«Bpvi è a un bivio: nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza, incluso l’esercizio dei poteri previsti dal Testo Unico Bancario»: la missiva verrà letta integralmente all’assemblea di sabato

article-post

Associazione a delinquere e falso in bilancio: sono i due nuovi filoni su quali sta lavorando la Procura vicentina, come si apprende da fonti vicine al dossier. Non più solo aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza, ipotesi per le quali sono stati indagati l’ex presidente Gianni Zonin e altri 5 manager. “Ci troviamo di fronte ad una organizzazione strutturata, la banca, all’interno della quale alcune persone avrebbero operato, con una struttura gerarchica e ben organizzata, per mettere a segno un numero indefinito di reati”, ha spiegato poi il Procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri. Tutto questo mentre la Popolare di Vicenza ha depositato presso Borsa Italiana la domanda di ammissione alla quotazione delle proprie azioni sul Mercato telematico azionario, e alla Consob la richiesta di approvazione del prospetto relativo all’offerta pubblica di sottoscrizione e quotazione.

La lettera della BCE su Banca Popolare di Vicenza e Bail In

Il fascicolo giudiziario sulla Popolare è affidato ai sostituti procuratori Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi. La vicenda era venuta alla luce lo scorso settembre con perquisizioni che avevano riguardato gli uffici della banca a Vicenza, ma anche a Milano, Roma e Palermo. Le iniziali contestazioni di aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza – Banca d’Italia e Bce – erano state rivolte nei confronti di 6 persone: l’ex presidente Gianni Zonin, l’ex dg Samuele Sorato, Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta entrambi ex vicepresidenti e i due consiglieri di amministrazione Giovanna Dossena e Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza. Ma la notizia più importante sulla Popolare di Vicenza è quella che oggi riporta La Stampa: la Banca Centrale Europea ha inviato il 24 febbraio scorso una lettera alla Banca Popolare di Vicenza in cui dice che senza trasformazione in società per azioni, aumento di capitale e quotazione in Borsa la Popolare di Vicenza rischia la messa in risoluzione, ovvero il famigerato Bail In.

«Bpvi è a un bivio – è scritto nella lettera -: nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza, incluso l’esercizio dei poteri previsti dal Testo Unico Bancario». «L’approvazione congiunta di tutti e tre gli elementi del progetto – è scritto ancora nella lettera inviata da Francoforte – da parte dell’assemblea degli azionisti e la tempestiva attuazione del piano sono ritenuti della massima importanza dalla Bce al fine di ripristinare il rispetto dei requisiti patrimoniali».

La lettera della BCE verrà letta integralmente sabato, quando gli azionisti dovranno approvare il piano di risanamento dell’istituto, che comprende appunto la trasformazione in spa, un aumento di capitale da 1,75 miliardi e la quotazione in Borsa.

Potrebbe interessarti anche