La Lega spaccata sul voto per il decreto Green pass bis

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-22

Dopo l’addio dell’europarlamentare no-vax, all’inerno della Lega si teme una frattura. Il gruppo contro il governo si è staccato, c’è anche l’ipotesi scissione

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In casa Lega la frattura è sempre più chiara, anche per i non addetti ai lavori. L’addio di Francesca Donato rischia di scatenare un effetto domino che segnerebbe per la prima volta una rottura nel partito da quando Matteo Salvini ne è al comando. Sul decreto Green pass bis i voti hanno dato un segnale chiaro, erano il 60% i presenti tra le fila del Carroccio. A serrare i ranghi è stato l’asset nordista che ha portato i suoi in aula e ha permesso di essere parte attiva del provvedimento. Con Draghi il partito sembra sempre più gestito da Zaia, Giorgetti e Fedriga, piuttosto che da Salvini.

Il segretario aveva provato a tenere i due lembi della ferita attaccati fino alle amministrative, ma la Donato ha aperto le danze. E si rischi addirittura il grande esodo.

La Lega spaccata sul voto per il decreto Green pass bis

“Sono trent’anni che ne dicono di tutti i colori sulla Lega. Se aspettano una Lega divisa devono aspettare i prossimi trent’anni”. Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, ospite di Telelombardia, rispondendo a una domanda sulle divisioni nel partito. “Un partito che raccoglie la fiducia di milioni di italiani, che ha mille sindaci e governa 14 regioni per fortuna in democrazia ha sensibilità diverse, ma su alcuni temi fondamentali, il no a nuove tasse, la conferma di Quota 100 e l’aumento delle pensioni di invalidità, siamo tutti d’accordo”, ha spiegato.

“Sulla storia del green pass esteso o meno saranno gli anni a dire chi aveva ragione. Noi stiamo garantendo come Lega il diritto al vaccino per chi lo vuole e il diritto alla studio, alla mobilità e al lavoro a tutti quelli che hanno fatto un’altra scelta. Una posizione di equilibrio, con i tamponi a basso costo”, ha aggiunto.

Calcare temi caldi per ricompattare l’elettorato, attivo e passivo. Nelle scorse ore Francesca Donato ha scelto le colonne di Repubblica per spiegare cosa sia successo. Prima l’accusa alla linea Giorgetti, quella di governo, e poi l’ipotesi di un grande golpe, o scissione che dir si voglia.

Intanto Salvini sta mettendo a fuoco la strategia. Dopo le amministrative cominciare a pensare alla caduta di Draghi, sebbene l’ipotesi continui a restare difficile. I governatori non danno l’impressione di malessere e poi non è detto, anzi ormai è abbastanza certo, che la Lega riproponga il risultato. I sondaggi sono in calo e tutto questo vociare non aiuta.

 

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