Tsipras, la vittoria è vicina

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-10

La Grecia otterrà l’allungamento del debito. Il compromesso grazie alle clausole di salvaguardia messe sul tavolo dal premier e da Tsakalotos. In Germania i socialdemocratici lasciano solo Schaeuble. Il quale però ha ottenuto che non ci saranno riduzioni del valore nominale del debito

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La Grecia otterrà la ridiscussione e l’allungamento delle scadenze del debito che il governo Tsipras aveva chiesto all’Unione Europea. Fra le varie opzioni allo studio all’interno dell’area euro ci sarebbe un’estensione di cinque anni della scadenza dei finanziamenti concessi con il secondo programma di salvataggio, scrive il Financial Times citando un documento dell’Esm, in cui si fissa al 2% il tasso di interesse sui prestiti e si precisa che i pagamenti annuali della Grecia possono, fino al 2050, essere al massimo pari all’1% del pil. Le misure – secondo Handesblatt – riguarderebbero 130,98 miliardi di euro di prestiti su un totale di 144,5 miliardi di euro del secondo salvataggio. Ma a parte le questioni tecniche, la notizia è che ieri l’Eurogruppo ha ufficialmente aperto all’alleggerimento del debito greco richiesto da Atene fin dall’inizio delle trattative subito dopo la prima vittoria alle elezioni di Alexis Tsipras.

La vittoria politica di Alexis Tsipras

L’Eurogruppo per ora ha escluso l’ipotesi di haircut per Atene. Ma Schaeuble ha dovuto accettare verifiche tecniche dell’Euro working group (Ewg) da valutare già nella prossimo riunione dei 19 ministri del 24 maggio prossimo. In quella sede dovrebbe arrivare anche il via libera ai circa 5 miliardi di euro necessari alla Grecia per evitare l’insolvenza in estate. Dijsselbloem ha detto che le nuove misure di austerità decise dal Parlamento greco nella notte di domenica scorsa hanno «aperto la strada a una chiusura positiva» della verifica del programma di salvataggio. Il governo del premier ellenico Alexis Tsipras starebbe ragionando su un compromesso sulle «clausole di salvaguardia», che scatterebbero in futuro qualora non venissero raggiunti gli obiettivi concordati con i creditori. Dijsselbloem ha escluso una mancata partecipazione del Fmi al salvataggio, pur sottolineato l’assenza alla riunione del direttore generale dell’organismo di Washington, la francese Christine Lagarde, che ha giudicato irrealistici alcuni impegni presi da Atene e ha preteso le misure aggiuntive automatiche (se fossero necessarie) insieme a una riduzione del maxi-debito (per rendere realistici i rimborsi futuri). L’Eurogruppo ha ipotizzato una riduzione del costo del debito greco nel breve termine «ottimizzando» la gestione. Per il medio periodo ha chiesto ai tecnici dell’Ewg di valutare specifiche misure (dalle dilazioni dei pagamenti alla riduzione degli interessi). Dopo il 2018 verrebbero valutati ulteriori interventi, sempre se la Grecia avrà rispettato gli impegni del programma . Scrive Danilo Taino che alla fine anche il governo tedesco si piegherà all’allungamento, per tre motivi:

Il primo motivo è che il riscadenziamento lo vuole l’Fmi, come ha ribadito la sua numero uno Christine Lagarde. E, ironia, è la Germania che sin dall’inizio della crisi greca ha sostenuto che nessun salvataggio sarebbe stato possibile senza il Fmi, che ha un punto di vista tecnico e non è suscettibile a cedimenti politici. La seconda ragione è che gli alleati della Cdu di Merkel, i socialdemocratici, si sono detti ancora ieri favorevoli ad alleggerire il peso del debito greco: la cancelliera non vorrà creare tensioni con loro su un punto che, rispetto a altre crisi, è meno rilevante di un anno fa. In più, la Grecia è un punto caldo, da aiutare, nella crisi dei rifugiati.

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I numeri della Grecia (Corriere della Sera, 10 maggio 2016)

Alla fine l’escamotage per mettere tutti d’accordo è stato proposto dallo stesso governo greco: Atene adotterà per legge non le misure specifiche in anticipo, ma il meccanismo che garantisce l’adozione delle misure, se necessario (per garantire l’avanzo primario al 3,5%). Oltre a questo, il Fmi ha ottenuto un’aggiunta importante: l’impegno di Atene a sostituire entro un anno le eventuali misure temporanee adottate con aggiustamenti strutturali, ovvero permanenti. Questo meccanismo sarà precisato ulteriormente e approvato alla riunione del 24 maggio. Quanto alla discussione sull’alleggerimento debito di Atene, sempre osteggiata dal tedesco Wolfgang Schaeuble, è stato confermato che non vi sarà una riduzione del valore nominale del “principale”, ma si interverrà in altri modi per rendere più sostenibile il debito stesso. L’intesa che l’Eurogruppo ha sottoscritto nella sua dichiarazione finale comprende tre fasi: a breve termine, saranno adottate misure di “ottimizzazione della gestione del debito” (probabilmente una ulteriore riduzione degli interessi); a medio termine, ovvero a partire dal 2018, il riscadenzamento (con orizzonte 30 anni) dei rimborsi e l’allungamento del “periodo di grazia” (rinvio ulteriore del pagamento degli interessi); a lungo termine, eventualmente, nuove e non meglio precisate misure aggiuntive. Le decisioni di merito, comunque, saranno prese solo dopo che la Grecia avrà rispettato tutti i suoi impegni con l’Eurogruppo e il Fmi.

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