La genialata della sanificazione delle spiagge ora COVID-free a Messina (no, non è vero)

di Maria Teresa Mura

Pubblicato il 2020-08-17

A Messina hanno avuto un’idea davvero geniale. Pagare 20 persone ogni giorno per 4 ore per sanificare le spiagge. Ovvero non solo un’azione completamente inutile visto che la sabbia non trasmette il virus ma che il sole fa gratis. Chissà quanto saranno contenti i cittadini

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A Messina hanno avuto un’idea geniale: perché non sanificare le spiagge per renderle Covid-free? E così gli operatori della partecipata Messina Servizi bardati come in Chernobyl si sono messi a irrorare la sabbia con una misteriosa sostanza. Il tutto con la pubblicità del sindaco sui social:

messina sanificazione spiagge

L’impegno profuso non è poco. Ben 20 squadre per quattro ore ogni giorno. Ma non c’è tanto da andare orgogliosi per l’operazione spiagge covid-free. Gli operatori infatti compiranno un’azione completamente inutile. I motivi sono almeno due. Il primo è che la sabbia non trasmette il virus:

Il coronavirus si trasmette con la sabbia?
«No, non è dimostrato né è ipotizzabile», risponde Antonio Cassone, già direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità, professore di microbiologia all’università di Perugia. La sabbia non è un materiale che può mantenere in vita un virus. Anche se i granelli venissero contaminati dalle secrezioni di una persona infetta, per il contagio sarebbe necessario un immediato passaggio nelle vie respiratorie (bocca, naso) o negli occhi (altra via di contagio) di un altro individuo. Circostanza davvero improbabile. Lo stesso discorso vale per il prato o qualsiasi altra superficie all’aperto.

Il secondo è che anche se ci fosse una minima probabilità di trovare il coronavirus nella sabbia i raggi ultravioletti provvederebbero a neautralizzarlo: qualche tempo fa abbiamo spiegato che una ricerca intitolata “Simulated Sunlight Rapidly Inactivates SARS-CoV-2 on Surfaces” sostiene che la luce solare simulata inattiva rapidamente il virus: se esposto alla luce solare il SARS-CoV-2 contenuto nelle goccioline di saliva, depositate su diversi materiali, viene inattivato in 6.8 minuti. Sembra quasi pleonastico spiegarlo eppure è necessario: stiamo parlando di una situazione in cui il virus si trova fuori dal corpo umano. Deve essere quindi chiaro che il sole non cura COVID-19, cioè la malattia di SARS-COV-2, ma uccide il Coronavirus quando si trova sulle superfici esterne a determinate condizioni ambientali. Insomma a Messina hanno avuto un’idea davvero geniale. Pagare 20 persone ogni giorno per 4 ore per fare (in teoria) quello che il sole fa gratis. Chissà quanto saranno contenti i cittadini.

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