Politica
La fretta sospetta del premier sull'Italicum
Alessandro D'Amato 22/04/2015
Ne parla oggi Antonio Polito sul Corriere
Antonio Polito sul Corriere di oggi analizza la guerra dell’Italicum che Matteo Renzi sta portando avanti in questi giorni tra le divisioni del suo partito e l’Aventino totale dell’opposizione in Commissione Affari Costituzionali dopo la storia della sostituzione dei deputati PD contrari alla sua legge elettorale.
Ma la domanda da rivolgere al premier è perché stia dando a tutti costoro l’occasione per trasformare il dibattito parlamentare su una materia così delicata e rilevante in una corrida, come quella che portò qualche settimana fa, nottetempo, all’approvazione di una quarantina di nuovi articoli della Costituzione con un risicato numero di voti, spesso inferiori alla maggioranza assoluta, in un’aula semideserta.
E soprattutto se pensa che ripetere lo stesso spettacolo sull’Italicum sia un buon viatico per la legge che deve regolare il sistema della rappresentanza parlamentare si spera nei prossimi cinquant’anni; e se così si possano dare basi solide a una riforma costituzionale ancora da completare, che per una definizione molto cara al Pd dovrebbe essere «condivisa». Diciamoci la verità, l’Italicum in sé non è un’opera dell’ingegno così mirabolante da meritare una difesa a oltranza contro ogni cambiamento: il premier stesso l’ha ammesso, nessuna legge elettorale è perfetta.
Secondo Polito la partita dell’Italicum si intreccia con quella della minaccia di nuove elezioni. O, per meglio dire:
D’altra parte la necessità di approvarlo in fretta è contraddetta nella stessa legge da una clausola che ne rinvia l’entrata in vigore all’1 luglio del 2016, cioè tra più di un anno. Né il premier può più dire di essere vincolato ai patti del Nazareno, che sono stati rinnegati dall’altro contraente. Tutto ciò autorizza il sospetto che dietro l’ansia di Renzi di chiudere la partita anche a costo di fare la figura di chi reprime il dissenso nel suo partito e in Parlamento ci sia l’urgenza di disporre al più presto dell’arma finale della legislatura. E in questo crescente sospetto si annida per lui il rischio maggiore. Perché finora i deputati sono stati persuasi che se non passa l’Italicum vanno a casa. Ma che succedese si convincono che vanno a casa se passa?
Insomma, Renzi vuole approvare al più presto la legge per poter minacciare le elezioni per il resto della legislatura, oppure per portare prima l’Italia al voto. Un’idea terrorizzante, per molti. A destra come a sinistra. E alla fine le due ali dell’opposizione potrebbero semplicemente coalizzarsi contro il nemico comune.