La Ferrari di cittadinanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-24

A Locri scoperti 237 abusivi del reddito di cittadinanza, alcuni anche in carcere e altri proprietari di ville e Ferrari. Danni allo Stato per 870mila euro

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La Guardia di Finanza di Locri ha denunciato 237 persone che incassavano il reddito di cittadinanza senza averne diritto. Denunciate anche 73 persone che avevano sottoscritto false dichiarazioni per l’Isee: tra i denunciati c’è chi ha la Ferrari, chi ville di lusso, chi è titolare di aziende che fanno utili e chi era detenuto in carcere con l’accusa di essere affiliato alla ‘ndrangheta. La storia più tragicomica è quella del giovane di Locri, vicino alla cosca Cordì, che manteneva una Ferrari rossa F430, costo 180.000 euro, e una casa abbastanza dignitosa di 200 metri quadrati a due passi dal centro di Locri, valore 200mila euro anche grazie al reddito di cittadinanza che percepiva indebitamente anche dopo essere stato arrestato e posto ai domiciliari lo scorso agosto, nell’ambito dell’operazione «Le Mille e una Notte». Racconta oggi il Corriere della Sera:

Del contributo dello Stato a chi si trova senza lavoro, godevano anche due persone accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso arrestate lo scorso agosto a Siderno, nell’ambito dell’operazione «Canada Connection». Per nove mesi hanno beneficiato del reddito di cittadinanza anche cinque persone, legate a una cosca di San Luca, uno delle quali arrestata ad aprile del 2018 e gli altri quattro condannati con sentenze passate in giudicato e interdizione dai pubblici uffici. C’era inoltre chi, con un reddito superiore ai 55.000 euro, si recava mensilmente alla posta per ritirare l’assegno per il suo sostegno economico. Tantissimi i possessori di partita Iva, con attività imprenditoriali, anche redditizie, che hanno nascosto i loro redditi per percepire il contributo.

ferrari reddito di cittadinanza
La Ferrari di cittadinanza (Corriere della Sera, 24 gennaio 2020)

L’inchiesta è nata all’inizio dello scorso anno con l’obiettivo di smascherare i falsi braccianti agricoli che frodavano l’Inps con la complicità dei datori di lavoro che attestavano false comunicazioni per assunzioni di manodopera. Incrociando poi i dati sui falsi rimborsi, la Guardia di Finanza si è trovata davanti un consistente numero di soggetti che usufruivano anche del reddito di cittadinanza.

Da un rapido riscontro economico-finanziario sui loro redditi, è stato quindi possibile accertare le anomalie nella presentazione della documentazione a sostegno del regime di esonero della dichiarazione dei redditi che abitualmente fanno coloro i quali percepiscono meno di settemila euro annui.

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