La (dura) denuncia dei medici specializzandi: “Bertolaso vuole sfruttarci a costo zero”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-03

Il consulente per la Lombardia, braccio destro di Attilio Fontana, vuole imporre ai medici specializzandi di vaccinare la popolazione dedicando mesi della loro vita professionale. Loro: “Non possiamo accettare che la cattiva programmazione di questa campagna vaccinale continui a riflettersi sulla popolazione e sui medici in formazione specialistica”

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“Sfruttamento di manodopera a costo zero”. Così le associazioni dei medici specializzandi reagiscono a Guido Bertolaso, consulente della Lombardia per la campagna di vaccinazione anti-Covid, che “chiede agli specializzandi di ‘donare un mese della loro vita professionale'” per fare la propria parte per contribuire alla somministrazione dei vaccini. “Non possiamo accettare – scrivono i giovani camici bianchi in una nota – che la cattiva programmazione di questa campagna vaccinale continui a riflettersi sulla popolazione e sui medici in formazione specialistica”.

“‘Noi dobbiamo utilizzare tutti gli specializzandi in Medicina’ (…) ‘se non rispondono volontariamente i prefetti li devono precettare’. Sono queste le parole usate” da Bertolaso “durante la trasmissione televisiva ‘Quarta Repubblica’ di lunedì 1 marzo. Tali dichiarazioni sono inaccettabili e lesive della dignità professionale non solo delle colleghe e dei colleghi medici specializzandi di tutta Italia, ma di tutta la classe medica”, attaccano Anaao Giovani Formazione, Asup-Associazione degli specializzandi di Perugia Chi si cura di te?, Cosmeu-Coordinamento specializzandi in medicina d’emergenza-urgenza Dipartimento medico Er – Ex rappresentanti in prima linea, Federspecializzandi-Associazione nazionale dei medici in formazione specialistica, Gmi-Giovani medici per l’Italia, Meslo-Medici specializzandi Lombardia, Sigm-Segretariato italiano giovani medici specializzazioni mediche; Associazione Als.

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Foto Twitter Lega

“L’estrema gravità delle parole di Bertolaso – commentano – denota una profonda carenza di consapevolezza in merito al ruolo che i medici specializzandi rivestono ogni giorno nel supportare un servizio sanitario carente già in condizioni ordinarie e ancor più provato dalla pandemia. In tale situazione, i medici specializzandi non si sono mai risparmiati, mettendo spesso in secondo piano i propri diritti e le dovute tutele”.

Nella nota si ricorda che “i medici in formazione specialistica hanno lavorato nei reparti Covid sin dall’inizio della pandemia, senza fermarsi, e ancora oggi supportano tutto il Servizio sanitario nazionale nella gestione dell’emergenza. Non stiamo parlando quindi solo di un mese, ma ormai di un anno di formazione ridotta o completamente assente. Questo rappresenta un problema per tutti, non solo per la crescita professionale del singolo medico”.

“Stiamo dando al Ssn una nuova generazione di medici specialisti che non saranno stati adeguatamente formati – incalzano gli specializzandi – Inoltre, spacciare l’attività di vaccinazione come attività formativa è denigrante per la formazione stessa: la formazione specialistica prevede attività programmate e definite dai decreti interministeriali, e non dovrebbe essere assoggettabile alle esigenze contingenti delle Regioni”

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Osservano ancora i firmatari: “Se la retorica della guerra poteva essere compresa un anno fa, adesso ogni appello alla deontologia per colmare le lacune organizzative finisce per suonare come un palese ricatto. Queste parole vengono rivolte a una categoria indifesa e troppo spesso dimenticata; non è venuto in mente a nessuno di riservare lo stesso trattamento agli altri medici, nostri colleghi. Vogliamo partecipare alla campagna vaccinale nel rispetto della dignità del nostro lavoro e tutelando la nostra formazione specialistica”. Però “non sono negoziabili i requisiti minimi al di sotto dei quali si configura un vero e proprio sfruttamento: contrattualizzazione, volontarietà e partecipazione al di fuori dell’orario formativo”.

Fra l’altro, dicono ancora puntando il dito contro Bertolaso “la vaccinazione della popolazione richiederà ben più di un mese: sottrarci ancora dal nostro percorso di formazione, in modo talmente irrispettoso per il nostro lavoro e il nostro futuro, è soprattutto uno scacco al Servizio sanitario nazionale e alla salute dei cittadini. Siamo medici e votiamo il nostro lavoro quotidianamente al miglioramento della Salute della popolazione: non possiamo accettare che la nostra professionalità venga svilita in questo modo”. Concludono gli specializzandi che “la precettazione di una categoria non può essere usata come una minaccia, soprattutto se sono in atto contrattazioni volte a garantire parità di trattamento a quella categoria. Abbiamo dato e continueremo a dare la nostra massima disponibilità, ma non lo faremo mai a discapito dei nostri diritti e della nostra formazione”.

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