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“La dote ai diciottenni”: ecco la proposta di Letta per aiutare i giovani tassando i più ricchi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-20

“Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all’1% più ricco del paese di pagarla con la tassa di successione”

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Una proposta che piace a molti. Ma solo a sinistra. Enrico Letta l’ha lanciata parlando con Massimo Gramellini, intervistato per Sette, il periodico del Corriere della Sera. Si tratta di un sostegno ai diciottenni, anche e soprattutto per i loro studi e per costruirsi un futuro, chiedendo all’1% più ricco del paese di contribuire con la tassa di successione. Ecco la domanda e la risposta:

Nel libro elogia Jacques Delors, che cedette alla Thatcher su una questione a cui lei teneva particolarmente, pur di ottenere in cambio l’Erasmus. Lei su che cosa cederebbe a Salvini, e in cambio di che cosa?

Per la dote ai diciottenni sarei disposto a venire a patti anche sulla legge elettorale. Il mio sogno è trattenere i ragazzi italiani in Italia, senza però farli restare in casa con mamma e papà fino a trent’anni. Il problema principale del nostro Paese è che non fa più figli. Ci vuole una dote per i giovani, finanziata con una parte dei proventi della tassa di successione, e un accesso ai mutui-abitazione anche per chi non ha genitori in grado di fornire garanzie». E poi ancora su twitter: “Sul Corriere lancio proposta di dote per i diciottenni. Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all’1% più ricco del paese di pagarla con la tassa di successione”.

Poco dopo però è arrivato lo sto da pare del presidente del Consiglio Mario Draghi: “Non ne abbiamo mai parlato, non l’abbiamo mai guardata ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli. L’economia è ancora in recessione”.

Le reazioni della sinistra e della destra

Una proposta che è piaciuta a sinistra, ma che non digeriscono a destra. Gianni Cuperlo, Pd: “Giustissima la proposta avanzata da Enrico letta per una modifica della tassa di successione rivolta a una dote per i giovani. È una delle indicazioni del documento ‘Radicalità per Ricostruire’ e della rete di iniziative e incontri costruiti nell’ultimo anno. Siamo il paese europeo dove quella tassa alimenta nei fatti un paradiso fiscale con l’aliquota più bassa e la franchigia più alta del continente. Enrico Letta con coraggio si pone alla testa di una battaglia sacrosanta per redistribuire risorse e opportunità. Sarò con convinzione al suo fianco nel sostenere una svolta e un traguardo importanti”. Così e così invece Azione di Carlo Calenda: “Ma perché allora il Pd non ha votato la proposta di Azione di destinare il taglio delle tasse fatto dallo scorso governo per azzerare le tasse per i giovani fino a 25 e dimezzarle fino a 30? Boh”.

A destra invece la proposta di Letta non va giù: “Tassa di successione per finanziare una dote ai diciottenni? Fintanto che al governo ci saranno Forza Italia e il centrodestra, Enrico Letta si scordi qualsiasi irricevibile aumento di tasse”. Ha detto con una nota Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. E ancora: “Il segretario dem vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani? Lo dica ai cittadini in campagna elettorale e proponga al Paese un esecutivo di sinistra con al primo punto programmatico l’aumento della pressione fiscale. Per quanto ci riguarda quella di Letta è un’idea non percorribile da questo governo di unità nazionale che ha come obiettivi il superamento dell’emergenza sanitaria ed economica”. Come lui la pensa anche la collega Annagrazia Calabria: “Prima il voto ai 16enni, ora la ‘dote’ ai 18enni, da finanziare con una tassa di successione: la rincorsa del segretario Pd Letta al voto dei giovani è un goffo susseguirsi di boutade ideologiche”.

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