La donna sorda che dice a Salvini: «Io non ti credo più»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-29

Salvini aveva promesso il 29 settembre 2018 “un decreto veloce per il riconoscimento della lingua dei segni”. Ma poi se ne è dimenticato…

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Matteo Pucciarelli su Repubblica oggi racconta di un interessante confronto che ha avuto Matteo Salvini ieri a Milano con una donna sorda a cui aveva promesso, nella Giornata Mondiale dei Sordi, un decreto legge che poi ha dimenticato:

Abituato alle folle adoranti, per Matteo Salvini la piazza Duomo nella sua Milano di ieri pomeriggio è stata un po’ diversa dal solito, con un atto d’accusa in piena regola, in lingua dei segni, ad opera di una donna sorda ma non per questo meno veemente: «L’anno scorso alla nostra giornata mondiale dei sordi c’eravamo tutti, eravamo il popolo no?, e lei ci aveva parlato di un decreto legge entro un anno e più di un anno è passato: io non le credo più, ho perso totalmente la fiducia, sono stanca, o ci fa vedere le carte firmate oppure basta…».

Di risposta l’ex vicepremier se n’è uscito chiamando in causa i propri figli: «Per farle capire come sono fatto io: potevo restare a casa con loro e invece sono venuto qui anche sapendo di non avercela fatta». Il punto è che appena esce dalla comfort zone di comizi di piazza blindatissimi e delle iniziative di partito, il leader della Lega si ritrova a tu per tu con lo scontento di chi non ha visto realizzate le promesse di governo.

salvini decreto sordi

Salvini aveva promesso il 29 settembre 2018 “un decreto veloce per il riconoscimento della lingua dei segni”. Ad essere precisi aveva detto: “già settimana prossima ci vediamo al mio ministero per preparare un decreto legge veloce”. E ancora: “non è una concessione è un sacrosanto diritto. Incredibile non sia stato riconosciuto fino ad oggi”. Ovviamente la donna non dovrebbe sentirsi sola in questa battaglia: Salvini aveva anche promesso il taglio delle accise al primo consiglio dei ministri, la flat tax e l’autonomia differenziata. Ma poi la Crisi del Papeete lo ha portato a cancellare tutto perché voleva le elezioni, ovvero più posti per i suoi in parlamento. Alla faccia delle poltrone altrui.

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