Politica
«La crisi è colpa di Atene, non dei tedeschi»
neXtQuotidiano 07/07/2015
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“La Grecia è fuori dai parametri e non per colpa dei tedeschi cattivi, ma per responsabilità delle leadership che si sono succedute ad Atene negli ultimi 15-20 anni. La Bce ha preso le sue decisioni, che non sono di competenza della politica. Ma i governi non possono scaricare il peso delle scelte sulle spalle per quanto robuste del governatore. La politica non può rinunciare al suo ruolo”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni interviene sulla crisi greca. Per il responsabile della Farnesina il rischio maggiore che stiamo correndo è “quello della totale inadeguatezza politica dell’Europa, quello di rispondere ai problemi semplicemente con l’applicazione di parametri numerici”. “La situazione non si è risolta con la vittoria dei No al referendum greco – spiega -: capisco gli elettori di Syriza quando festeggiano, un po’ meno i tifosi italiani. Il voto ha stabilito che Tsipras gode del sostegno della maggioranza dei greci. Ma questa non è la soluzione. Ora Grecia e Ue si pongano un obiettivo politico: evitare l’uscita di Atene con un piano sostenibile di riforme e rientro dal debito”. “La prospettiva della cosiddetta Grexit non può essere valutata solo dal punto di vista contabile, ma anche da quello strategico – sottolinea -: alleanze internazionali, collocazione nel Mediterraneo. La Grecia è stata snodo decisivo delle scelte europee dopo la Seconda guerra mondiale”.
“Non ho alcuna indulgenza verso Syriza. Ma qui parliamo del destino di milioni di persone e di un Paese strategico per la storia e la geografia europea. Non c’è alcuna lezione da impartire, del tipo Tsipras va punito perché così ne educhiamo molti anche in casa nostra. Sono occhiali domestici deformanti”. “Le decisioni in Europa si prendono oggi – rimarca Gentiloni -, non nei vertici bilaterali. E l’Italia nell’ultimo anno ha contribuito a portare a Bruxelles il confronto politico sull’economia e sull’immigrazione”.