La cena di Di Maio con Virginia Raggi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-04

Un tentativo di mediazione, l’ultimo, prima che la Raggi venga chiamata a Milano per l’intervento di Davide Casaleggio

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Ernesto Menicucci sul Corriere della Sera ci racconta oggi della cena di Luigi Di Maio con Virginia Raggi per la chiusura della giunta e della partita di Roma. Un tentativo di mediazione, l’ultimo, prima che la Raggi venga chiamata a Milano per l’intervento di Davide Casaleggio:

Sembra quasi una preparazione alla «battaglia», al vertice tra lei e il minidirettorio romano.Un gruppo nel quale, adesso, si ritrova tutti contro: alla nemica giurata Roberta Lombardi e al capogruppo regionale Gianluca Perilli che fa riferimentoalla deputata, si aggiungono infatti Paola Taverna e il capogruppo all’europarlamento Fabio Massimo Castaldo che proprio della Taverna era assistente parlamentare. Così, per proteggersi le spalle, «Virginia» si è affidata a Luigi Di Maio, vicepresidentea Montecitorio, responsabile degli enti locali, secondo molti futuro candidato premier dei Cinque Stelle. Asse contro asse, blocco contro blocco. Con la consapevolezza, da parte della Raggi, che comunque la giunta che varerà non potrà essere del tutto quella che lei aveva in mente.
Intanto perché mancano ancora almeno due caselle da riempire e poi perché, ora dopo ora, il ruolo di Di Maio nella partita romana è cresciuto. Un po’ per il progressivo sfilarsi di Alessandro Di Battista, «Dibba» per gli amici, che dalla notte della vittoria — quando rilasciava dichiarazioni, si faceva i selfie coi militanti pentastellati, lanciava baci e proclami tanto da sembrare lui il vero vincitore di Roma— si è un po’ defilato. Qualche dichiarazione qua e là («Torino non è Roma», per far capire la diversità e le difficoltà di guidare la Capitale) ma poca voglia di mischiarsi nelle liti tra correnti.

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Giunta Raggi, gli otto nomi “sicuri” (Corriere della Sera, 4 luglio 2016)

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Giunta Raggi, gli otto nomi “sicuri” (Corriere della Sera, 4 luglio 2016)

Per questo Di Maio ha deciso di discutere con la Raggi in prima persona:

È stato lui a portare a cena la Raggi dopo la telefonata di Beppe Grillo, colloquio nel quale la sindaca aveva persino minacciato le dimissioni, se non le veniva garantita autonomia. Cena a due, visto che la Raggi ha chiesto che non fossero presenti né Lombardi né Taverna. Ed è sempre Di Maio che sta cercando di «puntellare» la giunta con alcune figure: la prima è stata quella di Laura Baldassarre, già collaboratrice di Vincenzo Spadafora (capo delle relazioni istituzionali di Di Maio) quando era Garante per l’Infanzia. Sempre lui sta pressando Marcello Minenna, per fargli accettare un ruolo«tecnico»: se non assessore, almeno capo di gabinetto o Ragioniere del Comune. Mosse che denotano un aspetto: Di Maio sa che, su Roma, M5S si gioca tutto, anche a livello nazionale. E, se fallisce, ne andrebbe anche delle sue speranze di diventare premier. Tanto che gira una voce: se non si appianano le liti, Raggi potrebbe essere chiamata a Milano per un vertice con Davide Casaleggio.

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