Konrad Krajewski: l’elemosiniere del Papa che riattacca la corrente al palazzo occupato

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-05-12

Il cardinale ha chiamato il prefetto e poi ha riattaccato la corrente lasciando il suo biglietto da visita sul contatore. Nello stabile vivono 420 persone (tra cui 98 minorenni). Salvini: “Ora paghi anche i 300mila euro di bolletta”

article-post

L’elemosiniere del Papa Konrad Krajewski ha riattivato la luce elettrica a Spin Time, nel palazzo occupato di via Santa Croce in Gerusalemme 55, al buio e senza acqua calda dal 6 maggio. Gli attivisti di SpinTime Labs occupano lo stabile ex Inpdap dove vivono 420 persone (tra cui 98 minorenni).

Konrad Krajewski: la storia dell’elemosiniere del Papa e del palazzo occupato

Lo stabile di via di Santa Croce è stato occupato il 12 ottobre 2013 dal movimento “Action” a scopo abitativo. Oggi all’interno ci sono anche un’osteria, un laboratorio di birra artigianale, una falegnameria, una sala prove e “un punto di approdo, aperto a tutti, attento ai giovani, agli ultimi e ai più bisognosi”. Secondo quanto appreso dagli occupanti, il Campidoglio non salderà le bollette della luce arretrate dovute dagli occupanti della palazzina, dopo che, nei giorni scorsi, la società di fornitura di energia, Hera, ha staccato la corrente per morosità. Sembra che il debito accumulato dal 2013 – anno di inizio dell’occupazione dell’ex sede Inpdap – sia di oltre 300 mila euro.

Konrad Krajewski santa croce in gerusalemme

Andrea Alzetta, portavoce di Spin Time Labs, parlando della corrente riattaccata nel palazzo occupato al 55 di via Santa Croce in Gerusalemme, bolla però come “un’esagerazione giornalistica” la notizia che sia stato l’elemosiniere vaticano a “fare il miracolo”. “Della vicenda si è interessata la responsabile della distribuzione del cibo dei poveri, quella di medicina solidale, le persone che lavorano lì, visto che la politica non riusciva a risolvere la situazione – spiega Alzetta – l’elemosiniere del Papa non credo faccia l’elettricista, oltretutto non c’erano sigilli, semplicemente avevano staccato la corrente. Anche questa è una fantasia giornalistica”.

L’edificio di Banca Finnat a Santa Croce in Gerusalemme

“La corrente elettrica fa funzionare l’impianto idraulico e le fognature, oltretutto è fondamentale per chi vive qui con un polmone artificiale – aggiunge il portavoce di Spin Time Labs – Nell’edificio di proprietà di Banca Finnat si fa un percorso di rigenerazione urbana e sociale, era un palazzo rimasto invenduto e abbandonato a se stesso al quale noi nel 2013 abbiamo ridato vita con un progetto fatto insieme alle università di Roma e tante realtà del territorio. Facciamo concerti di musica classica, spettacoli: per questo molti artisti ci hanno sostenuto”.

santa croce in gerusalemme Konrad Krajewski santa croce in gerusalemme

Secondo il racconto dell’ANSA invece il porporato si è calato nella notte nella centralina elettrica per ripristinare l’erogazione della luce e dell’acqua calda: “Sono intervenuto personalmente – ha detto – è stato un gesto disperato”. Nel corso delle sue attività sociali la struttura ha avuto modo di stringere buoni rapporti di collaborazione anche con il Vicariato.

Il tentativo di staccare di nuovo la luce

La storia è confermata da Paolo Perrini, presidente di Spin Time Labs, secondo il quale  il cardinale ha voluto vedere di persona il pozzetto dove si trova il generatore della corrente elettrica, “ci ha detto che da giovane aveva avuto competenze in materia”, spiega l’attivista all’AGI. “Poi il cardinale ha chiamato il prefetto – prosegue il racconto – spiegandogli che se alle 20 non fosse stata riallacciata la corrente avrebbe provveduto lui stesso a farlo ed è andato via. E’ tornato alle 20.05 ed ha riattaccato la corrente lasciando il suo biglietto sul contatore e pregandoci di dire a chiunque fosse venuto a controllare che era stato lui e se ne prendeva la responsabilità”. Poco dopo, riferiscono gli attivisti, squadre della società Areti sono tornate per staccare nuovamente la luce ma, dopo un confronto con le forze dell’ordine presenti, avrebbero desistito dall’intento.

santa croce in gerusalemme Konrad Krajewski

Da anni i militanti dei movimenti per il diritto all’abitare hanno trasformato i quasi 17mila metri quadri del palazzo, ex sede Inpdap, in un ‘contenitore’ che definiscono “cantiere di rigenerazione urbana, centro culturale polifunzionale, sala concerti, sala conferenze, corsi, teatro, osteria, laboratorio di birra artigianale, falegnameria”. La struttura che ha stabilito una legame anche con le basiliche che si trovano nella zona, tanto che nel laboratorio di falegnameria vengono realizzati restauri delle opere di arte sacra delle vicine Santa Croce in Gerusalemme e San Giovanni. Domani a partire alle ore 18 in via Santa Croce in Gerusalemme si terrà un assemblea pubblica per ragionare sul futuro dello stabile. “Siamo disponibili a pagare le utenze a canone sociale, non come quelle di un ufficio, abbiamo sempre chiesto la regolarizzazione della nostra situazione”, conclude Perrini.

Scomodo e l’elemosiniere del Papa

All’interno di Spin Time Labs c’è la redazione di Scomodo, primo giornale studentesco d’Italia, che ha come obiettivo la costruzione “con la città” del più grande spazio dedicato ai giovani di Roma. “Si tratta di 2.000 metri quadrati di speranze, sogni e opportunità per chi studia, crea ed ha voglia di fare, insieme a noi, di Roma la città nella quale saremmo voluti crescere: una città più viva, inclusiva e luminosa” racconta il direttore di Scomodo Tommaso Salaroli, 20 anni. La rivista indipendente che ha raggiunto le 137.500 copie e che viene distribuita a Roma e in altre 13 città.

Della vicenda ha parlato anche Salvini: “è arrivato un alto esponente del Vaticano, l’elemosiniere del Santo Padre, che è andato a riattaccare la luce”. “Io conto – ha continuato Salvini – che dopo aver riattaccato la luce, paghi anche i 300mila euro di bollette arretrate, che ci sono”. “Penso che voi tutti, facendo sacrifici le bollette le pagate – ha quindi detto il vice premier alle persone presenti – Se qualcuno è in grado di pagare le bollette dei milioni di italiani in difficoltà economica siamo felici e aspettiamo la sua disponibilità economica. Se si paga per chi occupa un palazzo abusivamente, si paghi per tutti gli italiani che ne hanno bisogno”. L’AGI raccoglie le parole dell’elemosiniere del Papa: “Sono pronto ad ogni conseguenza, sono consapevole di tutto, sono convinto. Ma intanto in 500 ora hanno luce e acqua calda”.

Leggi anche: Le pagine di fake news che Facebook ha chiuso

Potrebbe interessarti anche