Italpol, Prime Time Promotions e l’indagine su Marcello De Vito

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-03-27

Nell’inchiesta Congiunzione Astrale che ha portato in galera il presidente dell’Aula Capitolina Marcello De Vito c’è un filone che riguarda due aziende: la Prime Time Promotions e la Italpol. E si parla anche della consigliera Francesca De Vito

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Secondo indiscrezioni giornalistiche, nell’inchiesta Congiunzione Astrale che ha portato in galera il presidente dell’Aula Capitolina Marcello De Vito c’è un filone che riguarda due aziende: la Prime Time Promotions e la Italpol. A parlare dell’azienda di Stefania Scorpio (l’imprenditrice che organizza tutti gli anni, attraverso la srl di cui controlla il 51 per cento delle quote, il “Concerto di Natale in Vaticano”, la grande kermesse musicale della Santa Sede), è stato l’Espresso qualche giorno fa mentre Repubblica Roma parla oggi di Italpol.

Italpol e Francesca De Vito

La storia che racconta Repubblica Roma in un articolo a firma di Daniele Autieri è questa: secondo la ricostruzione della procura di Roma il gruppo guidato da Giulio Gravina avrebbe fatto veicolare una tangente a De Vito attraverso la Prime Time Promotions, affinché l’esponente dei 5Stelle si spendesse nella partita degli appalti sulla security. Scrive il quotidiano:

Elemento di non poco conto nella vicenda è il ruolo svolto per anni proprio nelle aziende di Gravina da Francesca De Vito, la sorella di Marcello eletta nel consiglio della regione Lazio il 4 marzo scorso. La storica militante del Movimento ha infatti ricoperto il ruolo di referente dell’ufficio gare con incarichi di controllo nella gestione grandi clienti della Italservizi 2007, una delle società appartenente alla galassia Italpol. Non solo: la manager era a diretto riporto di Giulio Gravina che la considerava una dirigente di sua stretta fiducia.

Ad oggi Francesca De Vito non risulta indagata, ma in molti si chiedono se sia stata lei a fare da cerniera per mettere in contatto il fratello con Gravina. Intanto sei giorni fa i carabinieri hanno perquisito la sede di Italpol per raccogliere ulteriori elementi sul ruolo dell’azienda nei rapporti con il politico romano. Oggi il gruppo è attivo su tantissime partite, da Atac ad Ama, dove è in ballo per l’aggiudicazione di una gara da 4 milioni che sarà assegnata nel 2019.

Dall’articolo non si comprende però che ruolo avrebbe svolto Francesca De Vito, attualmente consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle nel Lazio, visto che anche la connessione raccontata nel pezzo appare molto debole, visto che non si descrive in alcun modo come potrebbe aver agito. Sembra più una chiamata in correità per presunta parentela.

La Prime Time Promotions e Marcello De Vito

Più concreti gli elementi raccontati nell’articolo de l’Espresso: in questo caso l’indagine si intreccia con l’avviso di garanzia inviato all’amministratore delegato di Acea Stefano Donnarumma. La notizia che l’ad è indagato per corruzione è uscita su “La Stampa” due giorni fa. Ma la sua iscrizione non è legata – a spulciare le nuove accuse dei pm di Piazzale Clodio e dei carabinieri del Nucleo investigativo – né al progetto di spostare la sede dell’Acea nel cosiddetto “Business Park” del nuovo Stadio della Roma, né al contenzioso economico tra Acea e una spa di Parnasi di cui si parla diffusamente nell’ordinanza di mercoledì scorso:

Donnarumma, nominato dalla Raggi ma molto vicino a De Vito e Mezzacapo, è infatti indagato perché «tra giugno 2018 e gennaio 2019» avrebbe girato 50 mila euro proprio a favore dell’ex numero due dei Cinque Stelle romano e del suo sodale. Secondo i carabinieri, Acea avrebbe girato la presunta tangente di Donnarumma non direttamente alla coppia, ma attraverso la società Prime Time Promotions di Stefania Scorpio, l’imprenditrice che organizza tutti gli anni, attraverso la srl di cui controlla il 51 per cento delle quote, il “Concerto di Natale in Vaticano”, la grande kermesse musicale della Santa Sede.

Acea avrebbe sottoscritto con la Scorpio più «contratti di sponsorizzazione» per un valore complessivo di 50 mila euro, poi i soldi alla fine sarebbero finiti (in parte o in tutto) nella disponibilità del presidente del Consiglio comunale e del suo sodale. Sia attraverso bonifici della Scorpio a favore della società MDL srl (secondo gli inquirenti riferibile ai due). Sia attraverso “accordi economici” ad hoc tra la Scorpio e Mezzacapo, che hanno permesso all’avvocato di ottenere ulteriori guadagni illeciti nel 2018 e nel 2019.

Il sospetto dei magistrati è che che De Vito anche in questo caso abbia venduto la sua «pubblica funzione in violazione dei doveri di imparzialità e correttezza, e in genere per l’asservimento della stessa agli interessi di Stefano Donnarumma». Quest’ultimo inoltre, secondo i pm, avrebbero pure affidato delle consulenze (sempre attraverso Acea) a Mezzacapo, nel settore del recupero crediti. I contratti a favore dell’avvocato partono proprio quando Donnarumma diventa capo dell’azienda pubblica.

Leggi anche: Congiunzione astrale: le intercettazioni di De Vito, con le 5 Stelle che stanno a guardare

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