Piccolo e nero come Calimero: perché l'Italia è l'unico paese che non cresce nel G7

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-16

L’Ocse certifica il fallimento delle politiche di austerità. Il prossimo anno il Belpaese ancora a crescita negativa. E il motivo è sotto gli occhi di tutti. Ma non rispettare i parametri è la strada del governo?

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Piccolo e nero, come Calimero: l’Italia è l’unico paese del G7 che non cresce, e l’OCSE, già che c’è, pronostica un -0,4% nel 2015. Il taglio delle stime 2014 è di quasi un punto percentuale visto che passa dal +0,5% indicato a maggio scorso al -0,4%. Più generosa S&P che prevede un’economia italiana con crescita zero.
 
PERCHÉ L’ITALIA È L’UNICO PAESE IN RECESSIONE

Per l’organizzazione con sede a Parigi è una bocciatura, quella italiana: un taglio secco di quasi un punto percentuale rispetto alle stime di appena qualche tempo prima, quando l’Ocse pronosticava per il paese una crescita del Pil pari a mezzo punto. Ora evidentemente cominciano a pesare le stime inferiori dello stimolo all’economia approntato dal governo. Standard & Poor’s almeno prevede un’economia italiana con crescita zero (contro il+0,5%). Il bonus da 80 euro non passa però l’esame: gli effetti sono limitati per gli analisti che rimangono preoccupati un po’ per tutta l’area Ue. Promossa soltanto laBcedi Mario Draghi. Per il «ruolo più attivo» nella crisi, che potrebbe condurre a un ampio programma di quantitative easing».

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Le stime dell’Ocse per i paesi (Il Messaggero)

Non che gli altri se la passino molto meglio, racconta il Corriere:

Si gira comunque, nel migliore dei casi, attorno a valori inferiori all’1% che confermano le grandi difficoltà dello scenario economico e spiegano, una volta di più, l’insistenza con cui negli incontri milanesi dello scorso fine settimana il ministro dell’Economia, Pier Carl oPadoan, il presidente della Bce, Mario Draghi e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco,abbiano rimarcato l’urgenza di rilanciare gli investimenti,senza i quali non ci saranno impulsi all’agonizzante crescita.


Sulla Stampa invece si segnala che ci sarebbe ancora qualche ritocchino nei numeri a disposizione del governo:

Secondo una fonte statistica europea, a condizioni immutate,(al netto dunque della spending review e del taglio dello spread) il nuovo dato arriverebbe al 2,88%. Una cifra indicativa, che non contempla interventi già annunciati, ma non ancora contabilizzati e le entrate tributarie, in flessione. Il tetto del 3%, quindi, è a un passo. I dati Ocse «non ci costringerannoad una manovra aggiuntiva», tagliava corto ieri sera il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio. «Il governo non vuole caricare di nuove fatiche gli italiani ma vuole trovare risparmi nella riorganizzazione dello Stato, e quindi lavoreremo più intensamente su questo».

Il Messaggero invece va molto oltre e dipinge un Renzi pronto a superare addirittura la fatidica soglia del 3% per la crescita. Un’ipotesi davvero fantasiosa, se non altro perché nessuno ha ancora sentito il parere di Padoan sulla questione.
 
IL NUMERO CHE SPIEGA TUTTO?
Ma perché l’Italia è l’unico paese che non cresce del G7? Diamo un’occhiata a questi grafici, che illustrano il government budget deficit di quattro paesi considerati fra i malati d’Europa, ovvero Spagna, Portogallo e Francia oltre ai calimeri d’Italia:


Tra i paesi del Sud Europa noi siamo i primi della classe. Siamo infatti gli unici a rispettare alla lettera i parametri di Maastricht, come da ortodossia europea. Tutti gli altri spendono per superare e si fanno gli affari loro, noi eseguiamo il compitino alla lettera. Che soddisfazione per Calimero, nevvero? E siccome non è un segreto, ecco perché Renzi e compagnia, secondo il Messaggero di oggi, avrebbero intenzione di sfondare quel tetto:
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A palazzo Chigi i consiglieri economici masticano amaro, qualcuno dice:«Noi abbiamo altri numeri». Qualcun altro parla di «previsioni fatte da istituzioni che sbagliano tutti i dati e quindi non sono particolarmente autorevoli». Il premier invece da una parte reagisce piccato:«I gufi ci sono anche all’estero, ma con le riforme che abbiamo messo in cantiere li smentiremo.La crescita arriverà». Dall’altra,legge nei dati dell’Ocse e dell’agenziadi rating una palla alzata a suofavore: «Visto? E’ la prova che conil cieco rigore di bilancio si muoredi recessione. Serve una scossa,servono politiche europee espansive.A Bruxelles ci faremo sentire e valere, difenderemo l’interesse nazionale».

E quindi a non rispettare i parametri europei:

Parole che oggi Renzi ripeterà in Parlamento, dove illustrerà il programma dei “Millegiorni”. Mille giorni «di riforme»,«che hanno senso solo se fatte tutte insieme», durante i quali il premier è intenzionato a non rispettare i parametri europei – né quello del pareggio di bilancio nel 2016, né quello della discesa del debito – accontentandosi di rimanere sotto la soglia del 3%tra deficit e Pil. La speranza: riuscire, insieme agli altri leader socialistiche hanno risposto alla sua convocazione dieci giorni fa a Bologna,a mitigare la reazione di Bruxelles e dei conservatori rigoristi capitanati da Angela Merkel.

Ma qui, come si suol dire, crolla il castello di carte. Perché, a prescindere dalle minacce e dagli articoli sui giornali, per l’Italia sarà impossibile giustificare davanti a Bruxelles una scelta del genere. Anche perché coinciderebbe per lo meno con l’opposizione di Pier Carlo Padoan in Italia (se non con le sue dimissioni). Piccolo e nero, come Calimero. E destinato a rimanerlo.
Edit: alla fine Renzi non ha toccato il tema Europa. Calimero può tornare a letto felice, piccolo e nero.
In copertina: immagine Calimero (PAGOT)

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