Opinioni

Belgio-Italia: le reazioni della gggente

Tommaso Giancarli 15/06/2016

A un giorno e mezzo di distanza da Italia-Belgio, vittorioso esordio degli azzurri ad Euro 2016, è possibile registrare con una certa completezza e affidabilità le reazioni nei due paesi e altrove alla sorprendente affermazione dei nostri. Eccovi, in esclusiva, le sette più importanti. Un sondaggio effettuato ieri in Belgio ha rivelato che la totalità […]

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A un giorno e mezzo di distanza da Italia-Belgio, vittorioso esordio degli azzurri ad Euro 2016, è possibile registrare con una certa completezza e affidabilità le reazioni nei due paesi e altrove alla sorprendente affermazione dei nostri. Eccovi, in esclusiva, le sette più importanti.

  • Un sondaggio effettuato ieri in Belgio ha rivelato che la totalità degli spettatori della partita, nonché l’86% dei giocatori belgi in campo, non aveva idea, per averlo visto poco o nulla, di come fosse vestito Buffon. Richiesti di avanzare opinioni in merito, i sondaggiati hanno esposto diverse ipotesi, fra le quali spiccano: completino Naj Oleari verde acqua con orsetti e paperette; stivali di gomma e cappello di paglia con la sigla “Raggio di Sole”; maglietta del Genoa con la scritta “Boselli” e sciarpa di lana; e altre.
    Un 18% degli intervistati ha tuttavia risposto, abbastanza incongruamente, che il portiere degli azzurri indossasse una gonnellina plissettata e calzari da schiava intrecciati sul polpaccio. Ciò ha spinto l’Adinolfi belga (colassù spacchettato in tre persone: Maria-Ilse Vlaeminckx, Mark Le Poutipou, Didier Van Aerts) a tirare in ballo la cosiddetta teoria del gender. Che però nelle Fiandre si pronuncia ghènder, e vuol dire “dialetto di Gent”, per cui l’indignazione è un po’ caduta nel vuoto.
  • Nel 1898, a margine di un dibattito sull’ammissibilità o meno del lavoro forzato e della mutilazione quale benefit sindacale, Mozambo Mba, bracciante nelle piantagioni congolesi di Re Leopoldo, lanciò una profezia e una maledizione: la futura nazionale di calcio belga, egli disse, avrebbe avuto solo centravanti di origine congolese e tutti sarebbero stati delle pippe orribili e dannosissime. Il sorvegliante Jean-Claude Lemoine, per nulla impressionato, rispose solo “Je m’en fous” (senza aggiungere la versione in fiammingo, lingua e cultura allora discriminata in Belgio) e abbatté il ribelle. Oggi sappiamo tuttavia che quegli aveva ragione.
  • conte dracula

  • La presenza di Walter Zenga come seconda voce al commento di Italia-Belgio ha suscitato le proteste delle sue ex mogli e compagne, le quali si sono sentite in diritto di reclamare lo stesso trattamento, anche in base agli accordi intercorsi fra loro in sede di separazione. La Rai, citata dagli avvocati delle donne, riunite in consorzio, ha deciso per quieto vivere di venire incontro alla richiesta, e già ieri Roberta Termali ha commentato, d’altronde con singolare competenza (anche dovuta all’esperienza avuta con Fabio Fazio su Odeon Tv), Austria-Ungheria. Purtroppo non tutti i telespettatori hanno potuto cogliere la finezza avuta dalla Termali quando, su un’azione di Kleinheisler, ha chiosato citando un sonetto di Sándor Petőfi, senza però tradurlo.
  • Dopo l’inaspettata sconfitta con l’Italia, il tecnico belga Marc Wilmots ha subito effettuata un’onesta e accurata analisi della partita, giungendo alla conclusione che alla sua squadra sono mancate le ali. Wilmots ha dunque deciso di farne giocare dieci, la prossima partita, se necessario soppalcando le fasce e ricorrendo a trabattelli (in fiammingo: bouwsteiger).
    Avendo a questo punto bisogno di un congruo numero di scelte e di riserve, Wilmots ha anche ordinato alla Federazione belga di mettersi in contatto con le cicogne e i cavoli, affinché questi consegnino nei prossimi anni alla piccola nazione nordeuropea numerosi calciatori di fascia. Messo a conoscenza delle vere modalità della riproduzione umana, Wilmots, già idolo dei tifosi dello Schalke 04, si è chiuso in un cantuccio a singhiozzare.
  • Nel mese di marzo, nel parcheggio di un Ipercoop, il calciatore italo-brasiliano Eder è stato avvicinato da una zingara, che gli ha chiesto un’elemosina. Purtroppo Eder aveva solo due euro e gli servivano per il carrello; per questo la nomade, certamente esagerando, gli ha scagliato contro un anatema, precisamente informandolo che a giugno si sarebbe rotto una gamba giocando con gli scivoli in un parchetto di Chiavari (GE). Si spiega in questo modo, e cioè con un tentativo di Conte di sottrarlo a un tale destino, l’altrimenti imperscrutabile presenza dell’attaccante dell’Inter fra i convocati e addirittura i titolari azzurri all’Europeo.
  • La partita tra Italia e Belgio ha causato un notevole incremento della vendita di libri di Marguerite Yourcenar, e in particolare de “L’opera al nero”. Diversi circoli calcistici della penisola hanno organizzato letture pubbliche del volume, soffermandosi in particolare sulle pagine dedicate al mercenario-umanista Enrico-Massimiliano e ai suoi sogni mezzo classici di gloria e di bottino bruscamente interrotti da una palla di archibugio nei pressi delle mura di Siena.
    Un ultrà del Chieti, città nota per il profondo e carnale rapporto con la grande letteratura, ha voluto tatuarsi sulla schiena “Voor u heb ik het gedaan”, forzando sia pure un poco la citazione a un differente contesto. La cosa, in effetti, gli è stata poi rimproverata da un sostenitore del Pescara sulla spiaggia di Francavilla, dove entrambi si erano ritrovati ad ascoltare Radio Tre in spiaggia. Il dissidio ha portato poi a una piccola rissa, subito sedata dai villeggianti; i due sono stati in seguito espulsi dalle librerie antiquarie della zona, con un provvedimento forse eccessivo.
  • Gli hipster del calcio sono stati feriti e sorpresi dalla sconfitta piuttosto netta del prediletto Belgio. Questo li ha condotti a uno stato di tristezza e struggimento che, qualora dovesse provocare reazioni positive a catena, potrebbe anche condurli a decidere di tagliarsi la barba e mettersi dei calzoni normali. Ma l’associazione italiana psicologi sostiene che non sia detto e che in queste cose non si sa mai.

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