Quando l'Isis arruola i neonati

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-04-27

La nuova frontiera della propaganda dell’ISIS: arruolare i neonati. E tutti sono pronti a dire che un bambino di pochi giorni è già un futuro terrorista

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Sta facendo il giro del Mondo la foto di un neonato con tanto di pistola, bomba a mano e certificato di nascita che dimostrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che l’ISIS sta allevando una generazione di terroristi e di fanatici. La veridicità della foto non è stata confermata ma ora tutti sono preoccupati dalla violenza della minaccia dello Stato Islamico.
isis neonato armi
LO JIHAD NELLA CULLA
La foto è stata postata in un tweet dell’attivista siriano anti-ISIS Abu Ward Al-Raqqawi che spiega che il certificato di nascita accanto al bambino sarebbe stato emesso proprio dallo Stato Islamico. Secondo Al-Raqqawi questa foto è un esempio della propaganda dell’ISIS che vuole farci sapere che in futuro ci saranno numerosi jihadisti pronti a sostenere la causa del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Insomma non ci sono solo i foreign fighter o i campi di addestramento per adolescenti dove vengono insegnate le tecniche di combattimento o come tagliare la gola ai nemici. Il progetto dell’ISIS prevede anche la creazione di una generazione di jihadisti allevati allo scopo fin dalla più tenera età. Un modo come un altro per dire che l’ISIS avrà un futuro e che questo futuro sono i bambini come questo. Non si sa se la foto è vera, un esperto australiano ha detto al Daily Mail che ci sono buone probabilità che lo sia, ma anche se fosse falsa è riuscita a sortire l’effetto desiderato e a proiettare la paura dell’ISIS in un futuro indeterminato.

addestramento ISIS
Un bambino che si addestra alla decapitazione con un bambolotto (fonte: Syriadeeply.org)

L’ISIS E I BAMBINI
Il fatto che l’ISIS utilizzi i minori per la propaganda non è una novità, e la foto purtroppo non mostra nulla di nuovo. L’idea che ci siano generazioni di bambini e di adolescenti allevate ad odiare un nemico o una categoria di persone è qualcosa di sconvolgente per noi che siamo al sicuro ma è la realtà della vita in quasi tutte le zone di guerra soprattutto dove ci sono conflitti religiosi o inter-etnici. Più che preoccuparci della minaccia rappresentata da un neonato nei nostri confronti, come fa l’autore del tweet quando scrive “This child will be risk to you not just to us“, sarebbe il caso di pensare a come eventualmente dare (o ridare nel caso dei bambini-soldato) un futuro a “Jrah” e a tutti quei bambini costretti a prendere parte (volenti o nolenti) nelle guerre degli adulti. Far passare il messaggio che questo bambino sia già “colpevole” di qualcosa con l’assoluta certezza che sarà un futuro criminale che metterà a rischio la sicurezza dell’Occidente è un’operazione di propaganda tanto quanto quella dell’ISIS. Farci cadere in questo tranello è il vero successo di questa (presunta) nuova forma di propaganda dello Stato Islamico.

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