Irpef 2022: come cambiano le aliquote e il conguaglio con le buste paga di marzo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-03

Come sarà la nuova Irpef 2022? Le nuove aliquote, chi ci guadagna e da quando partiranno i nuovi scaglioni

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Come sarà la nuova Irpef 2022? Il governo e la maggioranza hanno trovato un punto d’incontro che prevede lo stanziamento di 7 miliardi di euro per far partire la riforma fiscale. Le risorse serviranno per ridurre due aliquote (dal 27% al 25% e dal 38% al 35%), eliminare un’aliquota (41%) che sarà sostituita con quella al 43% e partirà dai 50.000 euro. In particolare la fascia di reddito fino a 15 mila euro resterebbe al 23%, la fascia da 15 e 28 mila andrebbe dal 27% al 25%, la fascia da 28-50 mila dal 38% andrebbe al 35%, oltre i 50 mila si passerebbe direttamente al 43%.

Irpef 2022: come cambiano le aliquote e il conguaglio con le buste paga di marzo

Come spiega Il Sole la nuova Irpef a quattro aliquote che sarà introdotta dall’anno prossimo con la legge di bilancio poggerà su una detrazione di base da 3.100 euro, contro i 1.88o previsti dalle regole attuali. L’aumento della detrazione, alza oltre gli 8.000 euro (e porta a 5.500 per i pensionati) il livello della no tax area. La Stampa riporta la simulazione della nuova Irpef 2022 divisa per scaglioni: “Stando alla tabella consegnata ai sindacati è comunque la fascia tra 50 e 55.000 euro di reddito quella che otterrà i maggiori benefici: con la riforma annunciata nei giorni scorsi ci sarà un risparmio di 61 euro peri redditi fino a 15.000 euro, di 150 per quelli tra 15 e 28.000, di 417 tra 28 e 50.000, di 692 per quelli tra 50 e 55.000, di 468 per quelli tra 55 e 75.000 e di 247 euro oltre questa soglia”. Quando partirà la nuova Irpef 2022? Il Sole 22 Ore anticipa che le aliquote rinnovate partiranno con le buste paga di marzo 2022 che però saranno più pesanti:

Buste paga, però, che dovrebbero risultare particolarmente ricche perché insieme allo sconto del mese dovrebbe arrivare il conguaglio relativo a gennaio e febbraio. La partenza da marzo ha infatti una motivazione tecnica, legata all’esigenza di concedere i tempi tecnici per l’adeguamento dei software e di allinearsi all’avvio del nuovo assegno unico ai figli. Non è quindi legata a ragioni di carattere finanziario, perché l’effetto della riduzione d’imposta sarà pieno su base annua già a partire dal 2022.

Intanto sulla manovra del governo per il 2022, per quanto riguarda le bollette e la decontribuzione, ci sarebbe un tesoretto aggiuntivo di poco meno di 2 miliardi. Sembra questa, a quanto si apprende, la conclusione del round tra il premier Mario Draghi e Cgil, Cisl e Uil dopo l’incontro di ieri. “Il premier Draghi ci ha assicurato che il governo rifletterà sulle nostre proposte questa sera e che prima del Cdm di domani ci darà una risposta” ha detto il leader Cgil Maurizio Landini. “Valuteremo quali saranno, noi abbiamo chiesto che gli 8 miliardi vadano tutti ai lavoratori dipendenti e pensionati. Valuteremo le risposte di domani. Se fossero queste non ci sarà il nostro accordo”. “Valuteremo in quel caso come proseguire la mobilitazione “, aggiunge. “Siamo insoddisfatti dall’incontro. Sul fisco non cambia l’impianto e resta il taglio sull’Irap”. Ieri il leader Cisl, Luigi Sbarra, è stato invece più aperturista in merito all’incontro con il premier Mario Draghi. Sul tavolo, ha spiegato, il governo ha messo 7 miliardi per sgravi Irpef di cui l’85% destinato nelle fasce di reddito sotto i 50mila euro per i lavoratori dipendenti e i pensionati e 1,5 mld per la decontribuzione ai lavoratori dipendenti per fasce di reddito sotto i 47 mila euro. “Una scelta che abbiamo apprezzato tantissimo e che abbiamo chiesto diventi strutturale”. Il governo ha poi postato altri 500 mln di euro per rafforzare il fondo di compensazione per il caro bollette e dato la disponibilità per l’amplliamenti della no tax area per i pensionati a 8.500 euro. Interventi che la Cisl giudica importanti: “consideriamo queste prime conquiste sociali importanti. Ovviamente tutto ciò non basta; per questo aspettiamo di conoscere le decisioni che il governo si è riservato di prendere e continueremo a esercitare una forte pressione sociale per migliorare le impostazioni delle manovra”.

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