Irina Aleksandrova: chi è la giornalista della Tass amica di Savoini ascoltata per il Metropol

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-11

Irina Aleksandrova lavora per l’agenzia di stampa russa Tass. Al centro del verbale, che è stato secretato, ci sarebbe la volontà di capire gli incontri dell’ex vicepremier durante i suoi viaggi in Russia

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Irina Afonichkina, conosciuta come Irina Aleksandrova, 40 anni, è la cittadina russa ascoltata dai pubblici ministeri di Milano che indagano sul caso dell’Hotel Metropol e dei rubli alla Lega. Lei è l’autrice dell’intervista a Salvini sulla TASS per la quale ringraziò proprio Gianluca Savoini il 16 luglio 2018 durante un viaggio a Mosca del leader della Lega.

Irina Aleksandrova: chi è la giornalista della Tass amica di Savoini ascoltata per il Metropol

Irina Aleksandrova lavora per l’agenzia di stampa russa Tass. Al centro del verbale, che è stato secretato, ci sarebbe la volontà di capire gli incontri dell’ex vicepremier durante i suoi viaggi in Russia. Questo sarebbe l’ambito dell’interrogatorio, oltre ai contatti che la donna avrebbe potuto intrattenere con i tre indagati per corruzione internazionale, ovvero Gianluca Savoini, ex sherpa di Salvini per gli affari russi, l’avvocato d’affari Gianluca Meranda e il consulente finanziario, nonché ex politico del Pd, Francesco Vannucci. Scrive Davide Milosa sul Fatto:

La giornalista giovedì si è presentata spontaneamente, il che ha escluso la necessità di una rogatoria specifica. Al termine di quella conferenza stampa del 16 luglio, Irina Aleksandrova ringraziò «Gianluca Savoini che ha aiutato molto questo incontro e questa conferenza». Le immagini, trasmesse in diretta sulla pagina Facebook del leader della Lega e sul profilo dell’associazione LombardiaRussia, mostrano un Savoini sorridente che subito dopo twitta: «È stato per me un enorme piacere poter accompagnare il ministro Matteo Salvini nel corso della sua visita ufficiale a Mosca. Proprio nel giorno in cui a Helsinky Putin e Trump confermavano la nostra linea di dialogo». Due giorni più tardi è lui a raccontare l’ottima riuscita della conferenza «in una sala stampa strapiena all’inverosimile, non soltanto di giornalisti ma anche di imprenditori italiani» su un articolo che firma sul quotidiano Libero.

Ricorda Repubblica:

Un colloquio coi magistrati, secretato, in cui Afonichkina – che parla benissimo italiano ed è molto nota nell’ambito della nostra comunità a Mosca – è stata chiamata a ricostruire i suoi rapporti con Gianluca Savoini e l’associazione Lombardia Russia. Sul cui profilo twitter è rimasta traccia della conferenza stampa del 16 luglio 2018, con la giornalista al fianco dell’allora ministro degli Interni italiano. “Matteo Salvini era in diretta da Mosca dalla sede dell’agenzia Tass – si legge nel tweet -. A fine conferenza stampa l’amica giornalista della Tass ringrazia il presidente di Lombardia Russia per aver organizzato l’incontro”.

Anche su Facebook, la pagina dell’associazione dedica un post a Irina “giornalista e pittrice russa, che ha già esposto le sue opere anche in Italia”. “Irinissima”, come si definisce la giornalista sui social, è figlia della pittrice Natalija “Natta” Afonichkina, e pubblica intere gallery di suoi quadri sui social.

Gli audio di Meranda e Savoini

Intanto la Guardia di Finanza ha trovato una ventina di file audio nel cellulare di Meranda con riferimenti alla Lega e a Matteo Salvini. Giuseppe Guastella scrive sul Corriere della Sera che alcuni dei file sono registrazioni di conversazioni tra persone (fonti investigative escludono che tra loro ci sia Salvini), forse anche di qualche telefonata, ma solo quattro o cinque hanno un interesse per i pm milanesi.

Nel telefonino dell’avvocato romano c’erano anche delle email ma non sarebbe stata trovata la registrazione della trattativa nell’albergo moscovita alla quale parteciparono gli altri due indagati—Gianluca Savoini, il presidente dell’associazione Lombardia Russia, uomo vicino a Salvini, e l’ex bancario toscano Francesco Vannucci — e tre personaggi russi legati ad enti pubblici, che dovevano essere i destinatari della promessa di una tangente.

La Stampa precisa che sono almeno una ventina le telefonate che ha raccolto con un’applicazione “spia” scaricata sul suo telefonino. Massimo riserbo sui nomi degli interlocutori. Ma non mancano registrazioni di altri incontri definiti «interessanti» su cui gli investigatori hanno concentrato la loro attenzione.

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