Rischia di chiudere la libraia che rifiutò di vendere il libro di Giorgia Meloni – L’INTERVISTA

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-03-15

L’allarme della proprietaria della libreria “Le Torri” di Tor Bella Monaca Alessandra Laterza: “La Pandemia non ci ha risparmiato, abbiamo un debito e rischiamo di chiudere”

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La libreria “Le Torri” di Tor Bella Monaca è l’unica della zona, una delle più difficili di Roma per via della criminalità dilagante, delle infiltrazioni mafiose e del degrado cui vengono abbandonati i cittadini. Quando l’ha aperta nel maggio del 2018, Alessandra Laterza si immaginava un futuro diverso dalla realtà nella quale si trova adesso: “Mi è arrivato un avviso di sfratto, abbiamo un debito con il proprietario per quanto riguarda l’affitto e rischiamo di chiudere”.

Come si è arrivati a questa situazione?

All’inizio l’apertura ebbe una grande cassa di risonanza perché apriva la possibilità del mercato del libro in un quadrante di Roma famoso per altro. Nonostante questo e le mille iniziative messe in campo negli ultimi 4 anni, come festival letterari, laboratori per bambini, la libreria vive quello che vivono tante altre attività commerciali. La Pandemia non è stata una passeggiata, la libreria ha provato a sopravvivere, ma dal 2020 – come da contratto – l’affitto è aumentato da 1200 a 1500 euro, diventando insostenibile. Non potevamo immaginare la pandemia e la guerra, e i rincari successivi. Nei momenti di crisi le persone risparmiano, il libro in questi quartieri diventa ancor più secondario.

La libreria è un presidio di cultura fondamentale in un’area così delicata

Vendere un libro qui è più complesso che venderlo alla galleria Alberto Sordi, ma la comunità ci è rimasta vicina. Questa mattina è venuto un signore pensionato che scrive dei libri. Mi ha consegnato alcune copie dicendo “vendili, il ricavato è tuo”. Ma c’è anche quello che entra e ti porta il caffè e ti dice “ti vedo un po’ giù”. Dal gesto semplice fino a quelli più eclatanti, c’è fermento intorno alla possibilità che questo luogo chiuda.

Il locale divenne famoso per la sua decisione di non vendere il libro di Giorgia Meloni, cosa che ha attirato numerose minacce, al punto da attivare una sorveglianza speciale. Com’è la situazione adesso?

Eravamo già famosi da prima, eravamo la prima – e per ora unica – libreria a Tor Bella Monaca. Quando è successo il gran caos, la non comunicazione di Meloni è stato il problema. Doveva dire qualcosa quando sono arrivate le minacce, il silenzio le ha alimentate. Da qui il provvedimento della Digos di una “vigilanza circostanziata”, tutt’ora la polizia passa due-tre volte al giorno. Quando ci sono eventi particolari con personalità importanti, la questura dispone una volante fissa qui davanti. Sotto questo aspetto mi sono sentita sempre tranquilla, anche se sui social una persona diceva che voleva dare fuoco a me e alla libreria. Io ho denunciato, mi erano arrivate delle mail con scritto: “Devi morire tu e la tua famiglia, firmato Benito Mussolini”.

Ora come pensate di salvare la libreria?

Abbiamo un debito da saldare, è partita una raccolta fondi su LibriAmo TorBella e sulla piattaforma Gofundme. Poi probabilmente sposteremo la sede in un altro locale: la libreria lavora molto, il problema sono le spese di gestione. Non ho chiamato istituzioni e non è mia intenzione coinvolgerle. Non abbiamo usufruito neanche del bando della Regione Lazio per le librerie indipendenti. Singolarmente alcuni esponenti hanno fatto bonifici, come privati cittadini. Ma le istituzioni dovrebbero privilegiare luoghi così, che si oppongono alla logica della periferia che ti vuole ignorante. Ma una libreria va aiutata prima che gli venga dato fuoco, come accaduto alla “Pecora elettrica”.

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