L’intercettazione che potrebbe rovesciare in appello la condanna di Mimmo Lucano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-08

Un nuovo documento verrà acquisito in vista del processo di appello ai danni di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace condannato in primo grado a 13 anni

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La difesa di Mimmo Lucano potrà contare su un nuovo elemento al processo d’appello dopo la condanna in primo grado per l’ex sindaco di Riace a 13 anni e 2 mesi di reclusione per peculato, abuso d’ufficio e associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I giudici della Corte d’Appello di Reggio Calabria hanno infatti disposto l’acquisizione di una intercettazione ambientale, una conversazione dell’ispettore della prefettura Salvatore Del Giglio, che diceva: “L’amministrazione dello Stato non vuole il racconto della realtà di Riace…oggi la mission dello Stato, lo Stato è composto…come qua da voi. C’è l’opposizione”. E ancora: “Vi doveste aspettare, perché non è improbabile, che un domani verranno la Guardia di Finanza”.

L’intercettazione che potrebbe rovesciare in appello la condanna di Mimmo Lucano

Di fatto si tratta di una riapertura dell’istruttoria. Secondo gli avvocati Giuliano Pisapia e Andrea Dacqua, che curano gli interessi di Lucano, il documento – mai entrato tra gli atti del processo – avrebbe avuto “un ruolo determinante”. L’ex primo cittadino di Riace ha commentato la notizia parlando con Adnkronos: “Sì, sono soddisfatto. Anche se non capisco molto queste procedure tecniche. Ma è tutto così assurdo, certe volte mi sembra che quando si rincorrono sogni e ideali ci sono sempre dei contrattempi. Ma io non ho perso mai la speranza, non l’ho mai persa perché, lo dico anche quando vado dove le persone mi chiamano, è qualcosa che riguarda la giustizia, i valori sociali, l’accoglienza, i valori politici, la democrazia, a prescindere dalla mia storia personale. Io penso e spero di essere assolto in appello”.

L’ex sindaco di Riace: “Rifarei tutto”

Lucano ha inoltre ribadito di non essere pentito di quanto fatto: ”Io rifarei tutto e anche se mi dicessero che affermandolo mi ricondannerebbero, per me non è un problema, condannatemi, ma non posso rinnegare ciò che ho fatto. Io questo non lo baratto, a costo di vivere tutta la mia vita dentro il carcere. Cos’è la vita senza un ideale? Io non ho paura del carcere. Anche se mi chiedo: perché dovrei finire la mia vita nel carcere? Che cosa ho fatto?”. Il suo schema di accoglienza e integrazione aveva trasformato il paese in un modello di sviluppo multietnico.

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