Cosa sappiamo sull’incidente di Bologna

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-08-07

Andrea Anzolin è l’autista dell’autocisterna che ha provocato lo scoppio: è deceduto sul colpo. La dinamica dei fatti in base ai filmati delle telecamere punta su un malore o una distrazione alla guida

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È solo una la vittima accertata nell’incendio provocato dall’esplosione avvenuta in A14 a Borgo Panigale, a Bologna. A comunicarlo la polizia di Stato. Si tratta di Andrea Anzolin, l’autista della cisterna, che aveva 42 anni e una famiglia. La seconda vittima era stata annunciata dopo il vertice al Centro coordinamento soccorsi organizzato dalla Prefettura di Bologna. L’errore molto probabilmente è stato causato dalla difficoltà di riconoscere i resti carbonizzati dell’unico morto accertato che, salvo rettifiche, dovrebbe essere il conducente dell’autocisterna.

L’incidente dell’autocisterna a Borgo Panigale

Intanto la procura di Bologna ha aperto un’inchiesta per disastro colposo a carico di ignoti. All’origine dell’incidente, con ogni probabilità, un tamponamento multiplo, con conseguente incendio, da parte del mezzo che trasportava una cisterna con materiale infiammabile. Andrea Anzolin viveva ad Agugliaro, nel vicentino, e lavorava per l’azienda Loro, di Lonigo, produzione e commercio di carburante. Scrive il Corriere che era un conducente esperto e lavorava da dieci anni alla guida del camion di un’altra ditta di trasporti a Noventa.

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La dinamica dell’incidente di Bologna (La Repubblica, 7 agosto 2018)

Secondo la ricostruzione di Repubblica è proprio a causa di un ingorgo che l’autista dell’autocisterna carica di GPL non si accorge del pericolo in tempo. Una brusca frenata, le gomme che stridono e poi lo schianto contro un altro camion carico di diluente infiammabile, che aveva rallentato ed era fermo in coda. L’impatto è violentissimo e a velocità sostenuta, tanto che il tir investito viene proiettato contro una bisarca carica di automobili e si accartoccia sulla barriera di cemento che divide tangenziale e autostrada. Immediatamente il diluente si incendia e alza una colonna di fumo nero visibile da lontano. Prima che arrivino i pompieri, il gas contenuto nella cisterna surriscaldato dal rogo del diluente esplode come una gigantesca bombola.

Andrea Anzolin: l’uomo morto nell’esplosione dell’autocisterna in tangenziale

Una sola, l’autista dell’autocisterna, al momento, è la vittima accertata anche se ancora non si può escludere che il bilancio possa crescere. Sono 68, invece, i feriti: alcuni sono stati colpiti da schegge e detriti, altri hanno riportato pesanti ustioni su varie parti del corpo. Tre di loro, fra i quali un poliziotto della Stradale che insieme a due colleghi stava dirigendo il traffico dopo un precedente incidente, sono stati portati ai centri grandi ustionati di Cesena e Parma, ma non sarebbero in pericolo di vita. La tremenda esplosione ha fatto collassare il ponte dell’autostrada che corre parallela alla tangenziale in un quartiere periferico, ma molto popoloso, della città, quello di Borgo Panigale, noto nel mondo perché è la casa della Ducati. L’autostrada è stata ovviamente chiusa e dai prossimi giorni si cominceranno a ipotizzare i tempi necessari al suo ripristino. L’esplosione dell’autocisterna è stata avvertita in tutta la zona, ha fatto tremare ed esplodere i vetri delle case, ha incendiato e fatto a sua volta esplodere alcune auto, parcheggiate in due autosaloni che si trovavano sotto il ponte. Dall’autocisterna di gpl si è levata un’altissima colonna di fumo, visibile da tutta la città per ore, fino a quando i vigili del fuoco hanno domato le fiamme, anche grazie all’elicottero.

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I trasporti pericolosi in Italia (Corriere della Sera, 7 agosto 2018)

L’ipotesi di reato per ora è delitto colposo di danno. Ma è possibile che nel corso della ricostruzione l’accusa cambi, secondo una prima ricostruzione dell’incidente fatta dalla Polstrada di Bologna anche in base alle telecamere, ci sarebbe una distrazione o un malore del conducente. Non si spiegherebbe altrimenti la violenza dell’urto e la frenata se non con un momentaneo black out dell’attenzione o uno svenimento per il gran caldo.

La riapertura di Borgo Panigale

Da domani si potranno fare i rilievi necessari per capire che tipo di intervento sarà necessario per ripristinare al più presto la funzionalità di un percorso nevralgico per il traffico italiano. Il fatto che l’esplosione sia arrivata qualche minuto dopo lo scontro ha consentito a molti automobilisti, che stavano passando su quel tratto di autostrada e di tangenziale in quel momento, di allontanarsi per quel tanto che è bastato per salvarsi la vita. L’esplosione di una bombola di gpl trasportata da un furgone ha causato due morti in Veneto, tra Grisignano e Padova, in A4, anche questa avvenuta in seguito a un tamponamento.

Parallelo a quel tratto di autostrada corre la tangenziale di Bologna, collegando Casalecchio, l’Aeroporto e i popolosi quartieri occidentali della città come Borgo Panigale. Nel giorno dell’incidente nessuno si è sentito di avanzare un’ipotesi di riapertura. Il ponte crollato non sarà, a quanto si apprende, messo sotto sequestro dalla magistratura. Una volta conclusi i soccorsi, quindi, Autostrade potrà analizzare la situazione e cercare di capire che tipo di interventi dovranno essere fatti per ripristinare la viabilità. Certo è che il danno provocato dall’esplosione non è di poco conto: il ponte è completamente collassato e in mezzo all’autostrada c’è una voragine. Per riaprirla al traffico ci vorrà tempo.

Leggi sull’argomento: Andrea Anzolin: l’autista dell’autocisterna di Borgo Panigale

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