Fatti
Il governo raddoppia il premio INAIL per casalinghe, studenti e disoccupati
Giovanni Drogo 27/12/2018
La cosiddetta “tassa sui disoccupati”, ovvero il premio dell’assicurazione sugli infortuni domestici passa da 12,91 a 24 euro l’anno. In teoria casalinghe, studenti, disoccupati e lavoratori in cassa integrazioni sono obbligati a pagarla. In realtà non la paga quasi nessuno
Il maxiemendamento alla legge di Bilancio 2019 che dopo l’approvazione al Senato è in esame in Commissione alla Camera in attesa dell’approvazione definitiva contiene anche una interessante novità per le casalinghe. Cambiano infatti gli importi dell’assicurazione contro gli infortuni domestici. Il comma 282-decies del maxiemendamento prevede infatti che il premio assicurativo salga dai 12,91 euro attuali a 24 euro annui, poco meno del doppio.
Così il governo fa cassa su casalinghe, lavoratori in mobilità e studenti
La norma va a modificare la legge numero 493 del 3 dicembre 1999 recante Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici. Nella fattispecie con la legge di Bilancio 2019 oltre ad un aumento del premio assicurativo cresce anche l’età dei soggetti che hanno l’obbligo di iscriversi all’assicurazione dell’INAIL. Prima la fascia d’età era quella compresa tra i 18 e i 65 anni, con la nuova normativa l’asticella si alza fino ai 67 anni d’età per le persone che svolgono in via esclusiva attività di lavoro in ambito domestico.
Scende invece la percentuale di inabilità che dà diritto all’assicurazione. Originariamente il comma 4 dell’articolo 7 prevedeva che l’assicurazione comprendesse «i casi di infortunio avvenuti nell’ambito domestico in occasione ed a causa dello svolgimento delle attività di cui all’articolo 6, comma 2, lettera a), e dai quali sia derivata una inabilità permanente al lavoro non inferiore al 33 per cento». Successive modificazioni avevano abbassato la percentuale di inabilità al 27% e ora il maxiemendamento la abbassa ulteriormente al 16%, una decisione che viene incontro alle richieste delle casalinghe e che serve a rendere “più appetibile” l’assicurazione. Se l’inabilità è compresa tra il 6% e il 15% verrà invece corrisposta una quota una tantum pari a 300 euro.
L’assicurazione per le casalinghe è considerata da molti una tassa odiosa perché va a colpire chi non lavora, non perché quello della casalinga non sia un lavoro ma perché le casalinghe non vengono certamente retribuite per le loro mansioni e quindi non hanno un reddito. Di fatto l’assicurazione INAIL per chi lavora in casa e che dovrebbe servire a coprire le spese mediche sostenute dallo Stato in caso di infortunio è una sorta di tassa per quei disoccupati che si occupano di tenere in ordine la propria abitazione e sui quali lo Stato ha deciso di fare cassa. Teoricamente anche gli studenti maggiorenni, i lavoratori in mobilità, i cittadini stranieri senza lavoro, i lavoratori in cassa integrazione e i lavoratori stagionali hanno l’obbligo di pagare l’assicurazione. Il governo del Cambiamento ha avuto la bella pensata di raddoppiare il balzello. Questo nonostante sia noto che quasi nessuno paga l’assicurazione obbligatoria (e le sanzioni per i trasgressori siano inesistenti). Nel 2015 La Stampa dava conto del fatto che fossero davvero in pochi gli onesti che rispettavano la legge con 2,2 milioni di assicurazioni stipulate nel 2008, 1,6 milioni nel 2012 e poco più di 1,2 milioni nel 2014. Ciononostante dal 2001 al 2015 l’INAIL, grazie alle poche uscite, ha accumulato 130 milioni di avanzo in un Fondo autonomo speciale.