Attualità
Perché il sessismo contro Maria Elena Boschi non è un problema?
Giovanni Drogo 15/05/2017
Il titolo volgare e sessista di Libero su Maria Elena Boschi ci aiuta a capire come la ex ministra delle Riforme sia diventata il bersaglio perfetto delle battute sessiste e degli insulti più beceri. Ormai per molti italiani alla Boschi non è dovuto alcun minimo rispetto perché “se l’è cercata”. E così anche un titolo di Libero sessista è un po’ meno sessista se parla della Boschi
Il sessismo è ok, ma solo se la vittima è Maria Elena Boschi. Quando Libero pubblicò un titolo vergognoso e ingiurioso nei confronti di Virginia Raggi la sindaca di Roma ricevette la solidarietà di Laura Boldrini, Nichi Vendola e Pietro Grasso. Grillo sul blog tuonò contro Libero parlando di un violento attacco contro la sindaca di Roma deplorando lo stato dell’informazione italiana. La Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari opportunità Maria Elena Boschi dichiarò che “Fare riferimenti allusivi e volgari o scadere nel sessismo non ha niente a che vedere con il diritto di cronaca o di critica”.
Maria Elena Boschi “se l’è cercata”
Oggi Libero ha pubblicato una prima pagina altrettanto vergognosa e sessista. Un titolo che strizza l’occhio a pettegolezzi di bassa lega e che prende di mira la Boschi soprattutto in quanto donna. Ma a quanto pare la cosa non desta particolare preoccupazione. Perché in fondo la Boschi “se l’è cercata”. In molti infatti hanno giustificato il titolo sessista di Libero utilizzando le stesse motivazioni di quelli che quando una ragazza viene molestata o è “oggetto di pesanti attenzioni” ci spiegano che “se non avesse indossato la minigonna” o se non fosse stata così “provocante” non sarebbe successo nulla. La colpa dell’atteggiamento sessista e maschilista ricade sulla vittima, non sul carnefice.
Non risulta che al momento Grillo si sia schierato a difesa della Boschi. Evidentemente gli insulti sessisti rivolti alla ex ministra delle Riforme del governo Renzi non sono altrettanto gravi rispetto a quelli rivolti alla Raggi. Un doppio standard pentastellato che denuncia gli insulti evidentemente solo quando fa comodo.
Perché, come spiegano alcuni commentatori Libero “fa schifo” ma quella di vedere insulti sessisti in quel titolo è un’ossessione dei buonisti.
Non mancano i didascalici, quelli che spiegano “il senso” del titolo e ci rendono edotti sul fatto che si tratta di un raffinato gioco di parole sulla manifestazione delle magliette gialle.
Quelli che giustificano “la ragazzata” di Libero
Perché prendersela con Libero se nei titoli scrivono quello che è successo? Insomma “non scopano” suona decisamente meglio di “non vanno a pulire le strade”.
Ed è decisamente più ammiccante. E ciò a cui ammicca sono i bassi istinti.
C’è chi va oltre Libero e si diletta in battute ancora più volgari ad esempio paragonando la Boschi ad una prostituta. Una battuta non proprio originale.
Infatti è lo stesso genere di battuta che l’account Twitter di Beppe Grillo aveva retwittato qualche tempo fa e dove si alludeva al fatto che Maria Elena Boschi e Pina Picierno lavorassero in tangenziale.
A dimostrazione del fatto che insultare Maria Elena Boschi sia ormai diventato uno sport nazionale che per alcuni non è degno nemmeno di un’alzata di sopracciglio ci sono quelli che riescono a fare di peggio senza nemmeno bisogno dell’aiuto di Libero. Nel frattempo né Beppe Grilloi, né Virginia Raggi né altre donne del M5S hanno preso le difese della Boschi. Forse è proprio vero che loro non leggono i giornali ma si informano solo sul blog.
EDIT: Virginia Raggi, bontà sua, esprime solidarietà a Maria Elena Boschi su Twitter (senza nominarla):