“400 euro per ogni figlio fino a 21 anni”: l’importo dell’assegno unico

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-17

Le risorse per finanziare il provvedimento arriveranno dal Recovery Fund. E l’importo dell’assegno unico universale, spiega il Corriere, sarà di 400 euro per ogni figlio a carico fino ai 21 anni d’età

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La ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti spiegava poche settimane fa quando dovrebbe arrivare l’assegno unico per i figli: «L’assegno unico universale è stato approvato all’unanimità dalla Camera dei Deputati, adesso sarà in discussione al Senato. Speriamo che si arrivi celermente ad una approvazione altrettanto con adesione trasversale anche al Senato in modo tale, in autunno, da poter lavorare ai decreti attuativi e partire dal gennaio 2021». Le risorse per finanziare il provvedimento arriveranno dal Recovery Fund. E l’importo dell’assegno unico universale, spiega il Corriere, sarà di 400 euro per ogni figlio a carico fino ai 21 anni d’età:

Assegno unico per i figli, il congedo obbligatorio di paternità lungo, ma anche una riforma dell’Irpef che aiuti i ceti medi. Alla voce «equità sociale, di genere e territoriale», sono previsti diversi interventi. L’assegno unico per i figli è quello in pole position anche perché la relativa legge è stata già approvata dalla Camera e aspetta il via libera al Senato. Si tratta di 400 euro per ogni figlio a carico fino ai 21 anni d’età. Sostituirebbe tutti i micro interventi oggi previsti per sostenere la genitorialità, come gli assegni familiari. Ma per far quadrare i conti servono 7 miliardi, che potrebbero venire proprio dal Recovery.

assegno unico famiglie
Come funziona l’assegno unico per le famiglie (La Repubblica, 27 agosto 2020)

Il costo del lancio dell’assegno unico, secondo i calcoli del Sole, sarebbe invece di 10 miliardi: “Per finanziare a regime la misura, però, si stima che servano altri dieci miliardi. In parte, per concedere risorse aggiuntive a chi già oggi ha prestazioni a sostegno della famiglia e per ampliare la platea dei beneficiari. In parte, poi, per garantire che nessuna famiglia, con il passaggio dal vecchio al nuovo assetto, percepisca meno risorse di oggi. In parte, infine, per ridurre il cuneo fiscale alle imprese”.

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