ILVA, Alitalia, Popolare di Bari: quanto ci costano le grandi crisi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-21

ILVA, Alitalia e Banca Popolare di Bari, le tre grandi crisi che i governi di questa legislatura hanno dovuto fronteggiare (sprecando soldi, come nel caso del vettore italiano), sono costate rispettivamente 3 miliardi, 1,5 miliardi e 1,4 miliardi. Ma il conto è destinato a salire

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Il conto per ora ammonta a 5,9 miliardi, ma è sicuro che aumenterà. Per adesso ILVA, Alitalia e Banca Popolare di Bari, le tre grandi crisi che i governi di questa legislatura hanno dovuto fronteggiare (sprecando soldi, come nel caso del vettore italiano), sono costate rispettivamente 3 miliardi, 1,5 miliardi e 1,4 miliardi secondo i conti di Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore. Le due più “pericolose” ad oggi sono Banca Popolare di Bari e Alitalia. Sull’istituto di credito scrive il Sole:

Il governo ha già stanziato 900 milioni con il decreto legge approvato il 15 dicembre per ricapitalizzare la banca, attraverso Invitalia e la controllata Mediocredito centrale. A questo si aggiungono i 400 milioni di salvagente lanciato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd). Il Fondo nella forma è un organismo privato, alimentato con i contributi versati dalle banche, oneri che di fatto ricadono sul costo dei servizi bancari e quindi della clientela. Il costo del dissesto della principale banca del Sud però non si limita a questo. È in corso un’ispezione della Banca d’Italia, da cui potrebbero emergere ulteriori oneri. Inoltre – stando a quanto ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri – saranno risarciti coloro che hanno comprato azioni e obbligazioni della Bpb sulla base di informazioni ingannevoli. Il costo finale pertanto potrebbe attestarsi almeno 1,4 miliardi.

ilva alitalia popolare di bari
Il conto delle crisi (Il Sole 24 Ore, 21 dicembre 2019)

Per quanto riguarda Alitalia invece è buio pesto:

Con i 400 milioni di finanziamento pubblico previsto dal decreto legge approvato il 2 dicembre salgono a circa 1,5 miliardi i soldi messi a disposizione della compagnia da quando è stata commissariata, il 2 maggio 2017. Altri 900 milioni sono stati già versati dal governo Gentiloni e sono evaporati con le perdite. Su questa somma sono maturati 145 milioni di interessi fino al 31 maggio scorso, neppure questi sono stati resi al Mef.

Dal primo giugno gli interessi non sono più dovuti, sono stati aboliti con il decreto Crescita. Tenendo conto anche del costo della Cigs si arriva intorno a 1,5 miliardi. In totale con questi oneri il costo dell’Alitalia a carico dello Stato e della collettività in 45 anni è salito a 9,2 miliardi, a valori monetari correnti. Si può prevedere che i 400 milioni (non ancora versati alla compagnia) non basteranno ad arrivare al risanamento o alla cessione della compagnia.

Quindi il costo totale della crisi è destinato a salire ancora. E non di poco.

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