Attualità
Ilario Lacchetta: i sei indagati per l'Hotel Rigopiano
Alessandro D'Amato 27/04/2017
Il sindaco di Farindola e il presidente della Provincia sotto indagine per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose insieme ad altri quattro. Tra essi il direttore del resort. Nessuna indagine sulla dirigente della telefonata con Quintino Marcella
Sei persone, tra amministratori e funzionari pubblici, risultano indagati dalla Procura di Pescara per la tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). Lo scorso 18 gennaio una valanga travolse la struttura causando 29 morti, mentre i superstiti furono undici. A quanto si è appreso a palazzo di Giustizia si tratterebbe di una prima tranche di inchiesta. Gli inquirenti stanno notificando in queste ore agli interessati l’iscrizione sul registro degli indagati.
I sei indagati per l’Hotel Rigopiano
I sei indagati sono il presidente della Provincia Antonio Di Marco, il dirigente delegato alle Opere pubbliche Paolo D’Incecco, il responsabile della Viabilità provinciale Mauro Di Blasio, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e il geometra comunale Enrico Colangeli per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Il direttore del resort Bruno Di Tommaso è indagato anche per violazione dell’articolo 437 del codice penale, che punisce l’omissione del “collocamento di impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro”: secondo l’accusa, non ha previsto nel Documento di valutazione del rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori della sua ditta (la Gran sasso resort spa) il rischio di essere colpiti da una slavina.
Non risulta invece indagata la dirigente della prefettura che nell’ormai famosa telefonata con Quintino Marcella negò che fosse arrivata la slavina. L’accusa arriva dalle condizioni della strada che collegava l’hotel a Farindola, di comptenza della Provincia. La turbina predisposta era però ferma in officina dal 6 gennaio. Il sindaco Lacchetta avrebbe dovuto sgomberare l’hotel per pericolo incombente. Lacchetta dovrà rispondere anche del perché durante il suo mandato non ha mai convocato la commissione valanghe, nonostante dalla Prefettura ne indicassero l’utilità