Il video di Alejandro Meran che esce sparando dalla Questura di Trieste

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-08

Il mistero dell’uomo di nazionalità non tedesca, le cui generalità sono ancora sconosciute, con cui il dominicano aveva un rapporto particolarmente stretto. Quando Alejandro si recava in Germania lo andava a trovare

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Il video di Alejandro Augusto Stephan Meran che esce sparando dalla questura di Trieste mostrano prima che l’uomo ha con sé una sola pistola mentre le inquadrature successive lo riprendono che arriva nell’atrio con due pistole: significa che, tornando indietro dalla stanza dei fermati e passando accanto ai corpi dei due poliziotti si è fermato a strappare la fondina con la pistola dal cinturone di Matteo Demenego, ucciso con l’arma di Pierluigi Rotta di cui si era impossessato mente l’agente lo accompagnava in bagno.

Il video di Alejandro Meran che esce sparando dalla Questura di Trieste

Quando arriva nell’atrio, quindi, Alejandro ha nelle mani tutte e due le pistole, la seconda ancora nella fondina. Davanti a lui c’è il piantone che viene ferito a una mano. Le scene all’esterno lo riprendono mentre prova inutilmente ad aprire una delle volanti parcheggiate. Non ci riesce e allora fugge verso la strada che costeggia la Questura. Ma da lì arriva una Fiat Panda con quattro poliziotti della Squadra Mobile. Gli agenti arretrano, lui (sempre con due pistole in mano) avanza verso di loro passando accanto a un uomo che sembra non accorgersi di nulla. Si nasconde fra le auto parcheggiate. La Panda esce dall’inquadratura e si vede lui nascondersi dietro le auto. Nelle immagini agli atti lo si vede che spara ancora e finisce i 15 colpi della prima pistola, la butta via, poi apre la fondina dell’altra. Un agente lo sente «scarrellare» per far finire il colpo in canna. Le telecamere lo filmano mentre riprende a sparare verso gli agenti della Mobile che aprono le portiere e si buttano a terra rispondendo al fuoco. Lo colpiscono all’inguine.

Intanto il Gazzettino racconta alcuni dettagli interessanti sull’arrivo di Alejandro Meran in Italia:

È arrivato, con la madre e il fratello, direttamente dalla Repubblica Dominicana, nel 2005. È incensurato e non ha mai ricevuto cure di natura psichiatrica sul territorio nazionale. L’attenzione ora è focalizzata sulla Baviera, che frequentava spesso. C’è un uomo di nazionalità non tedesca, le cui generalità sono ancora sconosciute, con cui il dominicano aveva un rapporto particolarmente stretto. Quando Alejandro si recava in Germania lo andava a trovare.

Gli inquirenti vogliono capire se ci possano esser anche legami con gruppi criminali di qualsiasi tipo. Ulteriori accertamenti riguarderanno il permesso di soggiorno per motivi familiari, che scade nel 2020. La Procura vuole capire se la concessione dello stesso sia stata regolare. Nei prossimi giorni saranno ascoltati anche l’agente ferito Resmini (è in miglioramento,ma resta ricoverato per la ferita alla mano) e il collega De Toni, che ha invece colpito il dominicano. Domani l’autopsia, mentre prende corpo l’ipotesi di funerali di Stato a Trieste, rinviando poi le esequie private nei paesi d’origine dei due poliziotti, Velletri e Pozzuoli.

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