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Il Veneto querela Crisanti per lo studio sui test rapidi inefficaci. Lui replica: “Come accadde a Galileo”

Enzo Boldi 30/04/2021

Dopo aver affrontato insieme la prima ondata Covid, i rapporti si sono incrinati. E la querela della Regione è la goccia finale che ha fatto traboccare il vaso

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La prima ondata affrontata (con successo) insieme, poi il rapporto si è incrinato sempre di più fino alla frattura. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato uno studio sull’inefficacia dei test rapidi e la loro scarsa affidabilità. Per questo motivo la Regione Veneto, guidata da Luca Zaia, ha deciso di querelare per diffamazione Andrea Crisanti. Il microbiologo di Padova, autore del famoso modello Vo’ Euganeo nel corso della prima fase di emergenza sanitaria, è rimasto allibito dopo questa notizia e ha paragonato questa situazione a quanto accaduto a Galileo Galilei nel 1600.

Crisanti querelato dalla Regione Veneto per il suo studio sull’inefficacia dei test rapidi

“È dai tempi di Galileo che un articolo scientifico non costituiva un reato d’opinione – ha detto Andrea Crisanti in un’intervista rilasciata al Corriere del Veneto -. Non mi sento degno del paragone, se non per dire che da quei tempi la scienza non è più stata trascinata in tribunale. Peccato non si possa accostare la controparte a Roberto Bellarmino”. La controparte è il Servizio Sanitario regionale che ha presentato la querela presso la Procura di Padova che, secondo il microbiologo, non può essere paragonata al cardinale che per primo ammonì Galilei per i suoi studi sulle teorie copernicane.

Tutto è partito da quel servizio mandato in onda da Report che parlava da una dichiarazione rilasciata da Crisanti sulla reale affidabilità dei tamponi rapidi, strumenti diagnostico che ha condizionato la gestione della seconda ondata della pandemia in Veneto: “Non ho detto nulla, ho semplicemente parlato dei risultati di un accertamento diagnostico da me condotto all’ospedale di Padova e che dimostra come i test antigenici rapidi non intercettino il 30% dei positivi”.

Parole che non sono piaciute ai vertici della Regione che hanno deciso di querelarlo. Il tutto all’indomani della discussione a distanza con Salvini. Eppure, all’inizio, si erano tanto amati.

(foto: da Piazzapulita, La7)

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