Il vaffa di Draghi ai partiti: “Così non si va avanti”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-18

Il governo è andato sotto 4 volte alla Camera sul milleproroghe. E da Palazzo Chigi emerge tutta l’irritazione nei confronti delle forze di maggioranza

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I primi sintomi della campagna elettorale imminenti in vista delle Politiche del prossimo anno si erano già palesati due settimane fa, poco dopo il voto per il Colle. Quello strappo della Lega in Consiglio dei Ministri durante l’approvazione delle nuove regole sulla pandemia erano il segno evidente di come le forze che compongono la maggioranza avessero iniziato a muoversi in ordine sparso alla ricerca di facili consensi elettorali. E nella notte della Camera, quella in cui sono stati votati gli emendamenti al cosiddetto decreto Milleproroghe, ha segnato una nuova frattura che ha fatto inalberare Mario Draghi.

Mario Draghi, alla fine, si è arrabbiato con i partiti della sua maggioranza

La sorpresa per il Presidente del Consiglio è arrivata mentre si trovava a Bruxelles per un incontro sulla situazione della crisi tra Russia e Ucraina. E proprio in quelle ore, nell’oscura notte piombata su Montecitorio, il governo è andato sotto per ben quattro volte durante l’incontro nelle commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera: la prima sul tetto ai contanti (è passato, con un solo voto di scarto, l’emendamento di Fratelli d’Italia che lascia la soglia dei prelievi a 2mila euro almeno per un altro anno, grazie al sostegno dei partiti di centrodestra), poi in sequenza sula bonifica dei siti inquinati dell’ex Ilva, le graduatorie scolastiche e la proroga di tre anni dell’applicazione dei divieti di sperimentazione sugli animali.

Quattro cadute rispetto a quanto già deciso in Consiglio dei Ministri. Per questo motivo, subito dopo esser ritornato da Bruxelles – come riporta il quotidiano La Repubblica – Mario Draghi ha richiamato tutti all’ordine per ripristinare quella corrispondenza d’amorosi sensi che sembra essere svanita nelle ultime settimane tra quel variegato ed eterogeneo universo che compone la sua maggioranza.

“Ecco perché il premier Mario Draghi, irritato e preoccupato per la sua tenuta, prima sale al Colle per una verifica con il presidente Mattarella. E poi chiede spiegazioni in cabina di regia ai partiti per le «falle della maggioranza». «Vanno garantiti i voti in Parlamento oppure non si va avanti», li striglia. «Cambiamo metodo, questo governo è stato voluto da Mattarella per fare le cose»”.

La strigliata ai partiti vuole essere da monito. Perché oltre ai ministri, il Presidente del Consiglio si è rivolto anche ai capigruppo chiedendo, come spiega Il Messaggero, di lavorare affinché siano garantiti i numeri della maggioranza in Aula (sia alla Camera che al Senato) e nella varie commissioni parlamentari. Perché il Paese è alle prese con il PNRR e – oggi – anche sul decreto per limitare (ancora una volta) il caro bollette.

Sullo sfondo, la crisi Ucraina

Strategie politiche ed elettorali che il Presidente del Consiglio vuole evitare. In particolare, a far irritare Draghi è stata la mossa della Lega si schierarsi in favore dell’emendamento presentato da Fratelli d’Italia sul rinvio del limite a mille euro dei contanti. In Commissione, dunque, è passata la proroga che manterrà attivo lo status quo (prelievo fino a 2mila euro) fino al 2023. E a far indispettire ancor di più è stato il messaggio lanciato dal leader del Carroccio, Matteo Salvini, dopo quel voto: “È la vittoria della Lega e del centrodestra unito”.

E sullo sfondo ci sono anche i temi internazionali. Perché le tensioni tra Russia e Ucraina sono all’attenzione dell’agenda di Palazzo Chigi. In programma, infatti, c’è un incontro tra Mario Draghi e Vladimir Putin, mentre proseguono – a cadenza quotidiana – i dialoghi con gli altri Paesi dell’Unione Europea.

(Foto IPP/Fabio Cimaglia)

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