Il record dei lavoratori scoraggiati in Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-09

Sono tre milioni, più le donne che gli uomini: un esercito che supera quello dei disoccupati e che sembra essere prettamente italiano

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Per l’Istat fanno parte delle “forze di lavoro potenziali”: i lavoratori scoraggiati sono persone che sarebbero certamente disposte a svolgere un’attività retribuita (iniziando anche entro due settimane) ma che di fatto hanno rinunciato ad attivarsi per trovarla: non mandano curriculum, non consultano annunci, non si rivolgono ad un centro per l’impiego. In Italia sono tanti. Quanti? Tre milioni, ovvero poco di più dei 2 milioni e 900 mila disoccupati registrati dall’istituto di statistica. E questa è un’anomalia vistosa del nostro mercato del lavoro, se si considera che negli altri Paesi europei il rapporto tra le due platee è decisamente diverso: normalmente va da uno a due a uno a tre.

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I lavoratori scoraggiati in Europa (Il Messaggero, 9 luglio 2018)

Spiega oggi Luca Cifoni sul Messaggero che questo fenomeno rientra con tutta probabilità in una caratteristica di fondo del nostro mercato del lavoro, la bassa partecipazione. In Italia gli inattivi rappresentavano nel 2017 il 34 per cento della popolazione tra i 15 e i 64 anni: una percentuale che nel corso degli anni della crisi e della successiva fragile ripresa si è ridotta (grazie soprattutto all’ingresso di una quota più ampia di donne) ma che resta ben al di sopra della media europea che è al 34. E da noi spicca anche quello che gli economisti del lavoro chiamano skill mismatch: persone che svolgono mansioni al di sopra oppure al di sotto delle proprie competenze: in tutto sono il 17 percento dei lavoratori. Insomma far incontrare la domanda e l’offerta è difficile: e questo penalizza sia chi un lavoro ce l’ha, sia chi lo vorrebbe.

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