Il poliziotto che ha sparato al pitbull a Napoli ha sbagliato o no?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-16

Le associazioni animaliste chiedono “giustizia per Rocky” il pitbull ucciso in via Cesare Rosaroll a Napoli. Sabato ci sarà un corteo organizzato dal Partito Animalista Europeo. Ma mentre tutti se la prendono con gli agenti come mai nessuno se la prende con il vero responsabile della tragedia: il proprietario del cane che per resistere all’arresto ha aizzato l’animale contro gli agenti e il personale del 118

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Non si placano le polemiche per la tragica vicenda del cane Rocky, il pitbull ucciso a Napoli da un agente di Polizia impegnato assieme ad alcuni colleghi a notificare il provvedimento di detenzione in carcere ad un uomo agli arresti domiciliari. Sabato a Napoli è previsto un corteo di protesta organizzato da Enrico Rizzi del Partito Animalista Europeo.

La cronaca di un arresto difficile, complicato dalla presenza del cane

In un post pubblicato ieri su Facebook Rizzi aveva fatto sapere di aver intenzione di sporgere denuncia per “uccisione di animali” nei confronti del poliziotto che ha sparato due volte al pitbull. Secondo Rizzi e molti animalisti arrabbiati non c’era alcuna necessità di uccidere l’animale che non presentava in quel momento una minaccia. In realtà anche durante il video che mostra la scena dell’uccisione si vede che il cane sta mordendo la gamba di una persona (non in divisa). Dopo qualche istante, mentre ancora il cane sta aggredendo quell’uomo l’agente fa fuoco una prima volta, a distanza ravvicinata, colpendo l’animale sul posteriore.

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Prima di sparare al cane un agente (non lo stesso) usa quello che sembra essere dello spray al peperoncino

Un secondo colpo viene esploso quando il cane, ferito gravemente ma ancora in grado di camminare, si trascina verso il padrone e il gruppo di agenti che lo stava arrestando. Che si sia trattato di un arresto difficile lo si evince dal numero di volanti della Polizia (almeno cinque quelle che si vedono nel filmato). La presenza del cane, che fin dall’inizio del video viene inquadrato mentre si aggira libero senza guinzaglio, è un ulteriore fattore di confusione. Ma prima dell’aggressione “finale” (non sappiamo se ce ne siano state altre perché il video mostra solo gli ultimi 48 secondi) si vede un agente spruzzare dello spray al peperoncino verso l’arrestato che è già immobilizzato (e circondato) dai colleghi.

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Nel farlo centra anche uno degli agenti che si allontana dal tafferuglio facendo il gesto di pulirsi gli occhi dalla sostanza urticante. Nel frattempo poco distante per allontanare il cane dalla gamba dell’uomo un altro agente esplode un primo colpo di pistola. Avrebbe potuto sparare in aria o a terra a poca distanza? Può darsi, ma non c’era alcuna garanzia che il cane avrebbe mollato la presa o cessato l’aggressione. Di fatto la confusione generata dall’arresto aveva probabilmente reso il cane nervoso e la sua gestione era particolarmente difficile. Probabilmente sarebbe stato opportuno levarlo di torno quando subito, magari chiudendolo in macchina. Ma non sappiamo se il cane era mai stato al guinzaglio e quindi in qualche modo “gestibile” anche da persone che non erano i suoi proprietari.

Perché nessuno se la prende con il proprietario del cane e il suo comportamento incosciente?

Le intenzioni del cane possono essere anche state “nobili” (difendere il proprio padrone) ma la responsabilità principale della sua morte è di chi lo ha messo in quella situazione: il suo proprietario. Secondo alcune testimonianze infatti sarebbe stato l’arrestato ad aizzare l’animale contro gli agenti. A quanto risulta poi – scrive su Facebook il consigliere dei Verdi Francesco Emilio Borrelli – il cane non era microchippato e detenuto illegalmente. Inoltre la legge vieta la detenzione di certe razze a persone con precedenti o sottoposte agli arresti domiciliari.

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L’agente mentre spara il primo colpo, sulla sinistra il cane è nascosto dall’auto e sta mordendo la gamba di un uomo

Quello che è certo è che una aggressione nei confronti degli agenti c’è stata. Si vede dal video e si evince dai referti del pronto soccorso dove sono stati medicati gli agenti pubblicati da David Puente su Open. Borrelli ha anche fatto sapere che la Magistratura ha aperto un fascicolo di indagine per valutare se tutto si è svolto secondo la procedura.

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La pagina Facebook Nessuno tocchi Ippocrate ha confermato l’aggressione in un post del 12 luglio spiegando che prima, all’interno dell’abitazione l’uomo aveva sferrato un pugno ad un agente e poi aveva aizzato il cane contro i poliziotti e contro il personale del 118. Il cane quindi è uscito in strada dove ha continuato a “proteggere” il proprietario aggredendo appunto quello che sembra essere un agente in borghese. Qualche perplessità la solleva la testimonianza di una volontaria animalista, rilanciata sui social in questi giorni, che sostiene che per una ventina di minuti le è stato impedito di soccorrere il cane in fin di vita e portarlo al pronto soccorso veterinario. Il cane è stato poi portato al Frullone dalla Polizia.

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