Vuoi vedere il mio missile? Fabio Del Bergiolo e la storia del missile aria-aria in vendita su WhatsApp

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-16

La vicenda del missile Super Matra 350F ha anche dei risvolti comici, ad esempio i messaggi via WhatsApp inviati ai potenziali compratori. Ma c’è anche da rilevare lo strano silenzio dei politici di destra, cosa sarebbe successo se un arsenale simile fosse stato trovato dentro un centro sociale?

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Cosa ci fa un estremista di destra con un missile aria-aria? La domanda potrebbe essere una di quelle all’inizio delle classiche barzellette. Ma invece è la verità. Ieri la Polizia ha sequestrato un ingente quantitativo di armi tra cui uno Steyr Aug un M16, un  Heckler&Koch G3 e un AR14; tutti fucili d’assalto. Ma il pezzo grosso è un missile aria-aria Matra Super 530F di fabbricazione francese. Un bestione lungo oltre tre metri capace di portare una testata da 30 kg di esplosivo.

L’ex candidato di Forza Nuova che voleva vendere un missile “conto terzi”

L’arsenale militare era nelle disponibilità del sessantenne Fabio Del Bergiolo, ex ispettore delle Dogane, candidato al Senato nel 2001 per Forza Nuova, il partito neofascista di Roberto Fiore. Il missile è stato ritrovato nel magazzino della Star Air Service di Rivazzano Terme. I due titolari Alessandro Michele Aloise Monti e Fabio Amalio Bernardi sono stati posti agli arresti domiciliari. Secondo gli inquirenti sarebbero stati loro a dare a Del Bergiolo l’incarico di vendere il missile. Il Matra Super 530, mostrato dagli uomini della Digos e Ucigos di Torino che lo hanno estratto dal suo involucro di trasporto, sarebbe perfettamente funzionante e potrebbe provenire dall’arsenale del Qatar. Non si sa però come sia arrivato in Italia.

Ma che cosa volevano farci gli indagati? Il missile è progettato per essere usato su un particolare modello di caccia (il Mirage, anch’esso di fabbricazione francese) ed ha un valore che si aggira intorno ai 500mila euro. Difficile quindi poterlo usare – così com’è – per attentati terroristici di varia natura, dal momento che l’arma necessità di un sistema di guida radar non può nemmeno essere montata su un qualsiasi aereo.

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Il missile sequestrato

L’unica possibilità è quella di utilizzarne l’esplosivo, ma oltre al fatto ci sono modi migliori e più economici per procurarselo in questo caso la testata non c’era. La difesa di Del Bergiolo sostiene che «si tratta di un grande appassionato, esperto di armi che scrive su riviste on line di settore e paragonabile ad un collezionista illegale di reperti archeologici o di quadri». Questo magari vale per il moschetto Carcano Mod. 91, ma si può dire lo stesso per un missile aria-aria?  Altro particolare interessante: Del Bergiolo non aveva mai denunciato le armi in suo possesso; i fucili d’assalto perché in Italia è vietato le altre perché gli era stato inibita la possibilità detenere armi da fuoco in seguito ad un vecchio procedimento giudiziario.

Come mai a destra nessuno commenta la notizia?

Gli inquirenti rivelano che il “collezionista” Del Bergiolo stesse però tentando di vendere il Matra. In un messaggio inviato tramite WhatsApp ad un combattente italiano reduce del Donbass che aveva combattuto tra le fila delle forze filo-ucraine Del Bergiolo scriveva ingenuamente, quasi dovesse vendere una motocicletta d’epoca: «ho un missile aria-aria di fabbricazione francese da vendere. Ti interessa?». In allegato le foto del Matra, che iniziano così a girare negli ambienti degli ex militari e dei “reduci” del Donbass, molti dei quali sono estremisti di destra. A quanto pare però vendere il missile si rivela più difficile del previsto. Ad un certo punto la notizia arriva alle orecchie degli investigatori dell’UCIGOS, che vengono a sapere della disponibilità di molte armi (ne verranno trovate una quarantina) nelle mani di poche persone.

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L’arsenale sequestrato a Del Bergiolo

Saranno i giudici a stabilire le responsabilità dei tre ma al di là dei contorni da operetta della vicenda stupisce l’assordante silenzio dei politici tutti law and order della destra italica. Forza Nuova ha fatto sapere che «nessuna delle persone coinvolte è ormai da anni militante di Forza Nuova», gli altri partiti tacciono. Eppure cosa sarebbe successo se un simile arsenale fosse stato trovato all’interno di un Centro Sociale, di un centro culturale islamico o in un covo di Cosa Nostra o della temibile mafia nigeriana?

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Probabilmente sarebbe partita una salva di tweet, video, e post per chiedere la chiusura di tutti i centri sociali o di tutte le moschee. Giusto un paio di giorni fa Giorgia Meloni pubblicava indignata la foto di uno scopettino per il water con le sembianze di Donald Trump lamentandosi della “vergognosa doppia morale dei buonisti”. Ma se uno scopettino può al massimo essere di cattivo gusto il ritrovamento di un arsenale da guerra è senz’altro una questione con risvolti che vanno ben oltre il bon ton. Eppure per Fratelli d’Italia la notizia non esiste, non esiste nemmeno per la Lega. Per loro hanno arrestato un collezionista? Oppure dal momento che si tratta di personaggi vicini alla destra meglio non parlarne e concentrarsi sui “crimini” di buonisti e Ong?

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