Opinioni
Il PD si arrabbia per l'intervista ad Alessandro Di Battista
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2015-09-17
Il Pd si arrabbia con Andrea Vianello, direttore di Rai3, per l’intervista ad Alessandro Di Battista a Ballarò. Ne parla oggi La Stampa in un articolo a firma di Francesco Maesano, e gli argomenti nei confronti della trasmissione sono quantomeno “curiosi”: Infatti anche il Pd vuole che il direttore di rete venga a spiegare come […]
Il Pd si arrabbia con Andrea Vianello, direttore di Rai3, per l’intervista ad Alessandro Di Battista a Ballarò. Ne parla oggi La Stampa in un articolo a firma di Francesco Maesano, e gli argomenti nei confronti della trasmissione sono quantomeno “curiosi”:
Infatti anche il Pd vuole che il direttore di rete venga a spiegare come mai, nelle prime due puntate di Ballarò, sia stato intervistato un esponente del Movimento 5 Stelle nella mezz’ora iniziale di trasmissione. «Se la 107esima replica di Rambo fa più ascolti dei talk-show, qualcuno dovrebbe farsi qualche domanda. E provare ad ascoltare il paese reale», twittava ieri Francesco Nicodemo, uno degli uomini della comunicazione di palazzo Chigi. Per i dem la doppia ospitata degli esponenti di primo piano del M5S rappresenta una violazione dello spazio di pluralismo nel servizio pubblico. «Passi per Di Maio, che almeno è vicepresidente della Camera, ma Di Battista non ha neanche un incarico di alto profilo tale da giustificare un‘intervista a inizio programma senza contraddittorio», ha attaccato un commissario Pd.
La lamentela del PD sembra davvero senza senso. Non essendo in regime di par condicio, non si capisce perché un conduttore – e nella fattispecie Massimo Giannini – non possa invitare chi vuole nell’intervista che apre la trasmissione. Certo, può infastidire che in due puntate su due sia stato chiamato un esponente dello stesso schieramento, ma la scelta è sicuramente spiegabile con le ragioni di audience ed, essendo all’inizio della stagione, Ballarò avrà tutto il tempo per riequilibrare. Infine, la storia del “senza contraddittorio” è una sciocchezza visto che dovrebbe essere l’intervistatore a fornire il contraddittorio (e a dirla tutta, qui Giannini ha qualche colpa vista la bufala sulle città amministrate dai grillini in cui non si paga la TASI non è stata corretta). Chiamare Vianello in Vigilanza per questa sciocchezza sembra più un modo per spiegare al direttore di rete nominato da Monti che non è più gradito, anche a causa dei tanti flop collezionati da Rai3 durante la sua direzione. Metodi già visti in altri anni. Tristi.