Il nuovo statuto vieta le parolacce nel Movimento 5 Stelle

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-07-18

Uno dei passaggi del nuovo statuto del Movimento 5 Stelle che verrà votato dagli iscritti tra due settimane vieta l’utilizzo di “espressioni verbali aggressive”. Ironico, visto che il partito è nato da una parolaccia, durante i “Vaffa-Day” di Beppe Grillo nel 2007

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Un passaggio in particolare del nuovo statuto del Movimento 5 Stelle annunciato ieri dal leader in pectore Giuseppe Conte ha solleticato più di altri l’attenzione. È quello al punto “O” del documento, consultabile liberamente sul sito del partito, che si intitola “cura delle parole”.

Recita così: “Per il linguaggio adoperato sono importanti anche al fine di migliorare i legami di integrazione e di rafforzare la coesione sociale. Le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti. La facilità di comunicare consentita dalle tecnologie digitali e alcune dinamiche innescate dal sistema dell’informazione non devono indurre a dichiarazioni irriflesse o alla superficialità di pensiero. Il dialogo profondo, il confronto rispettoso delle opinioni altrui contribuiscono ad arricchire la propria esperienza personale e l’esperienza culturale delle comunità di rispettiva appartenenza”.

Un manifesto di civiltà, reale e digitale, che però stride terribilmente se si pensa che il Movimento 5 Stelle nasce letteralmente da una parolaccia, ossia dal “Vaffa-Day” indetto da Beppe Grillo – suo fondatore insieme a Gianroberto Casaleggio – nel settembre del 2007.

Il documento verrà votato dagli iscritti tra due settimane sulla piattaforma SkyVote, che ha sostituito la Rousseau di Davide Casaleggio. Tra le novità c’è senza dubbio l’introduzione di un presidente, che senza alcuna sorpresa sarà Giuseppe Conte, oltre all’introduzione di nuovi organi interni al Movimento e una nuova “carta dei valori” che tutti i rappresentanti del partito sono tenuti a rispettare.

Soprattutto, il nuovo statuto prevede una netta separazione tra gli incarichi politici e quelli di garanzia, argomento che è stato al centro della discussione tra Conte e Grillo prima che i due trovassero un accordo nel cosiddetto “patto della Spigola”. L’ultima novità riguardo al partito è puramente grafica: nello stemma, in basso, verrà inserita una banda rossa con la scritta “2050”, che nelle intenzioni dei vertici dovrebbe suggerire la lungimiranza del Movimento a guardare verso obiettivi a lungo termine.

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