Il mistero di Patrizia Bedori candidata (o no?) a Milano

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-01-27

Che fine farà la candidatura a sindaco di Milano di Patrizia Bedori? Secondo il Corriere della Sera il Direttorio starebbe preparando una sostituzione in corsa. Ma gli attivisti la sostengono

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Cosa succede nel MoVimento 5 Stelle a Milano? Il candidato sindaco scelto dagli attivisti M5S per le comunali del 2016, Patrizia Bedori, potrebbe essere costretta a fare un passo indietro e a ritirare la candidatura. A dirlo era ieri Emanuele Buzzi sul Corriere che riportava alcune indiscrezioni secondo le quali Alessandro Di Battista avrebbe chiesto ai parlamentari e al Direttorio del partito di valutare possibili strategie alternative per rimediare al risultato – che viene già definito scarso – ottenuto dalla Bedori in questi tre mesi (è stata eletta a novembre) in termini di visibilità e consensi.
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Il mistero di Patrizia Bedori candidata (o no?) a Milano

Alle comunarie di novembre Patrizia Bedori., 52 anni, madre di un figlio di dieci e disoccupata era stata eletta con 74 voti, di qualità, dicevano dal M5S, perché i votanti per tutta Milano erano stati appena trecento. Il fatto è che il partito di Beppe Grillo non può più accontentarsi del risultato ottenuto da Mattia Calise cinque anni fa (alle comunali aveva ottenuto il 3,4%). Milano è una piazza importante, sicuramente meno complicata di Roma terremotata dagli scandali di Mafia Capitale, e conquistare la poltrona di primo cittadino sarebbe visto come un buon viatico per le elezioni politiche del 2018 e potrebbe costituire l’occasione per i 5 Stelle di dimostrare che sono anche in grado di governare. La Bedori è una grillina della prima ora, era presente nell’ottobre 2009 al Teatro Smeraldo quando Grillo aveva lanciato il MoVimento come soggetto politico (allora si era ancora piuttosto restii ad usare il termine “partito”) ed era riuscita a sconfiggere i candidati più graditi alla nomenklatura del M5S Livio Lo Verso e Gianluca Corrado (il secondo sostenuto da Mattia Calise). Ma una volta annunciata la candidatura i cinque stelle meneghini si erano messi subito al lavoro, perché per loro un candidato vale l’altro e in fondo uno vale uno. A quanto pare però le cose non stanno davvero così, perché anche oggi sul Corriere della Sera Buzzi parla di ore di incertezza in attesa della decisione finale

Le perplessità su Patrizia Bedori continuano a scuotere il Movimento. La candidata, stretta nel riserbo, sta cercando di capire se intorno a lei ci sia ancora la fiducia necessaria per andare avanti. È possibile che nei prossimi giorni, se non già nelle prossime ore, si tenga un vertice che tolga i pentastellati dall’impasse e che apra la strada a una nuova fase della campagna elettorale. Se i parlamentari e i consiglieri regionali si trincerano
dietro a un secco «no comment», di diverso tenore è il dibattito sul web, che infiamma gli attivisti. Sono alcune, infatti, le pagine Facebook che radunano i militanti Cinque Stelle lombardi e milanesi. Bacheche in cui si alternano botta e risposta. Interviene anche Manlio Di Stefano, che prima attacca: «#StampaMonnezza», poi spiega — a suo modo — il fatto che nessuno commenti il dubbio su Bedori («Smentirlo gli darebbe solo  forza»).

Un passo indietro improbabile

La candidata sindaco non avrebbe sufficiente appeal e pesa il fatto di essere ancora riuscita ad emergere nel dibattito sul dopo-Pisapia che coinvolge i candidati degli altri partiti politici. Cosa potrebbe succedere? La Bedori potrebbe essere costretta a fare un passo indietro, ma in questo modo il partito presterebbe il fianco all’accusa di tenere in considerazione la volontà popolare solo quando fa comodo a Grillo e Casaleggio. Secondo alcuni simpatizzanti del Movimento 5 Stelle il problema invece è la mancanza di proposte, sono gli attivisti a non darsi abbastanza da fare per convincere gli indecisi a votare Patrizia Bedori.
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Il problema meneghino però potrebbe essere nato anche in virtù del sistema di votazione adottato dai pentastellati ovvero il Metodo Condorcet secondo il quale viene eletto non il candidato che ottiene più preferenze ma quello meno sgradito e quindi teoricamente quello meno divisivo. E le difficoltà di Patrizia Bedori potrebbero essere nate proprio lì, la capacità di raccogliere dei “meno peggio” non è la medesima necessaria a polarizzare un consenso. Nel frattempo e nell’attesa di sapere cosa cambierà nel M5S milanese alcuni attivisti hanno espresso il proprio sostegno alla Bedori. Sarà sufficiente?
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