Il M5S vuole tassare chi guadagna sui Bot

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-08-05

Il prelievo sulle plusvalenze dal 12,5 al 26%. Il disegno di legge depositato in Senato

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La Stampa racconta oggi che il MoVimento 5 Stelle vuole tassare chi guadagna sui bot alzando il prelievo sulle plusvalenze dal 12,5% al 26%. Il testo della nuova «Raider tax», che di fatto riscrive in larga parte la Tobin tax introdotta da Monti nel 2013, e che da subito ha funzionato poco e male, all’articolo 7 prevede infatti di portare dal 12,5 al 26% il prelievo sulle plusvalenze realizzate su titoli di Stato a lunga scadenza che «al momento della vendita hanno una vita residua superiore ai 10 anni». Spiega oggi La Stampa:

L’intento, è scritto nell’introduzione del disegno di legge depositato venerdì scorso a palazzo Madama da Mauro Turco, Laura Bottici ed altri senatori dell’M5s, è quello di «contrastare i possibili comportamenti speculativi che sempre più frequentemente alterano i mercati finanziari e l’andamento di formazione dello spread». Secondo Turco, docente di economia all’Università del Salento e membro della commissione Finanze del Senato, la riforma dovrebbe produrre un gettito consistente nell’ordine di 2-3 miliardi di euro l’anno.

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Bot e minibot (La Stampa, 9 giugno 2019)

L’articolo 3 del «ddl» estende la tassazione ai derivati, di qualunque categoria, indipendentemente dal bene sottostante (attività finanziarie, merci, indici azionari), prevedendo per quelli speculativi (future, covered warrant, ecc.) una tassazione non più fissa ma variabile (0,0030% massimo), differente a seconda della tipologia di strumento e commisurata al valore del contratto. Sulle vendite allo scoperto di derivati aventi ad oggetto obbligazioni sui titoli di Stato il prelievo il prelievo sale però sino allo 0,5% in «relazione ai gravi danni economici che queste operazioni finanziarie possono creare ai conti pubblici».

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