Economia
Il governo ha dimenticato i rimborsi agli obbligazionisti delle quattro banche
neXtQuotidiano 30/03/2016
Entro oggi Renzi e Padoan avrebbero dovuto varare i decreti con i criteri per la gestione del fondo di solidarietà. Ma non se ne farà nulla, per ora. L’ipotesi di rimborsi totali e la scadenza tradita
Entro oggi il governo avrebbe dovuto varare i decreti, previsti dalla legge di Stabilità, con cui si sarebbero dovuti stabilire i criteri per la gestione del fondo di solidarieta’ (da 100 milioni di euro) e sulle condizioni di accesso, tramite arbitrati, al rimborso dei risparmiatori colpiti dal salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Cari Ferrara e CariChieti. Cosi’ alla Camera, deputati di Sel e Sc hanno depositato in commissione Finanze due interrogazioni al ministero dell’Economia per chiedere cosa intenda fare l’esecutivo.
Il governo ha dimenticato i rimborsi agli obbligazionisti delle quattro banche
In particolare, Giovanni Paglia (Sel), ricorda le scadenze mancate e riporta le indiscrezioni sull’intenzione dell’esecutivo di approvare un provvedimento che indennizzi tutti o quasi senza ricorrere agli arbitrati (cosa che comporterebbe una spesa di oltre 300 milioni di euro): “per quali ragioni il governo non è ancora riuscito a rispettare la scadenza”, chiede quindi Paglia, che aggiunge: “in quali tempi pensa di rimediare al ritardo e con quali modalità, con specifico riferimento a tutte le voci che ipotizzano una maggiora capienza del relativo Fondo di ristoro a carico del Fondo interbancario”. Giulio Cesare Sottanelli (Sc) riporta invece la denuncia di risparmiatori delle quattro banche che sostengono di incontrare difficoltà e ostacoli di fronte alla richiesta di ottenere la propria documentazione, rivolta agli stessi istituti. Sottanelli chiede quindi se il ministro dell’Economia “sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare per far si’ che gli istituti di credito rispettino i previsti tempi di consegna della documentazione contrattuale richiesta dalla propria clientela e non la sottopongano ad alcuna condizione o obbligo ai fini del rilascio della medesima”.
Ieri Valentina Conte su Repubblica raccontava che il governo aveva intenzione di utilizzare il fondo interbancario per rimborsare tutti i 10599 sottoscrittori dei titoli. Come abbiamo visto, l’uso del Fondo era stato vietato di fatto dalla UE nell’operazione di salvataggio delle quattro banche risolte. Ora la soluzione torna in auge ma con gli stessi problemi segnalati all’epoca:
Se davvero si vuole accontentare tutti, allora il fondo di solidarietà previsto dalla legge di Stabilità – «sino ad un massimo di 100 milioni» e «alimentato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi» – è palesemente insufficiente. Visto che le obbligazioni sottoscritte dai 10.559 risparmiatori di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti e poi diventate carta straccia dopo il decreto del 22 novembre, ne valgono tre volte tanto: 329 milioni. Dove trovare i soldi che mancano o quanti ne servono per arrivare almeno a 280-300 milioni? L’idea del governo è di bussare alla stessa porta: il Fondo interbancario. Chiedere cioè alle altre banche italiane di triplicare lo sforzo. «Non ne so niente di niente, il governo non si è fatto sentire, l’intero sistema bancario italiano è all’oscuro di tutto, grottesco», si meraviglia Salvatore Maccarone, presidente del Fondo. «Se di intervento volontario si tratta, qualcuno dovrebbe essere in condizione di farlo. Ma noi non possiamo: non rientra nel nostro Statuto».
Sta dicendo che l’ipotesi del governo non sta in piedi? «Dico che non possono usarci come una tasca da cui prendere a volontà. È un po’ tardivo lavarsi la coscienza così. I nostri contributi obbligatori hanno una destinazione vincolata: il rimborso dei depositanti fino a 100 mila euro in caso di crac. E quelli volontari, come ha mostrato il caso di banca Tercas, sono limitati per Statuto alle banche in amministrazione straordinaria. Comunque la si giri questa roba non funziona. Non è un caso che i decreti ancora non escano». E poi c’è l’Europa. «Più aiuto di Stato di questo non esiste, mi sembra evidente. Un’operazione di tal genere di fatto neutralizza l’effetto del burden sharing voluto da Bruxelles, la condivisione del rischio anche con azionisti e obbligazionisti subordinati. La norma così viene aggirata. Ma non è solo una questione europea. Anche dei 100 milioni non sappiamo niente». Ma quelli almeno non erano sicuri? «La norma della legge di Stabilità è sufficientemente vaga. Nulla dice di come il Fondo debba essere coinvolto. E questa incertezza, in attesa di un decreto che lo spieghi ma che non arriva, crea inquietudine e anche indignazione nelle banche italiane».
E il viceministro all’Economia Enrico Morando ha precisato che in effetti il governo lavora per il varo di un provvedimento che preveda una soluzione più ampia sui rimborsi ai risparmiatori colpiti dal salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Cari Ferrara e CariChieti. Morando ha precisato che c’e’ in atto una interlocuzione con l’Unione europea, che “ancora non ci siamo ma ci sono buone possibilita’ per arrivare ad un esito positivo”. Il governo sta lavorando per ottenere “una interpretazione delle regole un po’ diversa, sia pure in via del tutto eccezionale perché si tratta di una fase applicativa di nuove regole. Quindi, in via del tutto eccezionale, stiamo verificando se ci sono possibilita’ di allargare le maglie del provvedimento cosiddetto ristoro degli obbligazionisti previsto dalla legge di stabilita'”.